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mercoledì, ottobre 30, 2013

La natura dell'Ipnosi. Marco Chisotti.

Parlare di natura della nuova ipnosi, vuol dire parlare di una concezione naturalistica dello stato della trance, non esiste più l'ipnotista come persona autoritaria e carismatica che applica artificialmente procedure ritualistiche come tecniche e pratiche esoteriche, ma si tratta di un esperienza che si impegna soprattutto a riconoscere e rispettare le caratteristiche della persona, e la sua naturale esperienza di immaginario, pensiero, sogno. 

L'individuo che va in trance non assume un ruolo passivo e sottomesso, ma diviene protagonista del processo ipnotico di cui prende parte. La trance è sopratutto un'esperienza relazionale, che si sviluppa in modo naturale ed assolutamente fisiologico, un esperienza che ci accompagna quotidianamente nei nostri ritmi ultradiani, piuttosto che un momento unico e vissuto come straordinario.

La natura della trance ipnotica ci rende capaci di mobilitare ed utilizzare capacità e risorse che a prima vista sembravano inaccessibili, ma che opportunamente segnalate alla persona, divengono accessibili ed usufruibili.

Prima di tutto la persona che lavora con noi, che ci interessiamo di relazioni d'aiuto, deve convincersi delle sue risorse, deve arrivare a credere nelle qualità che emergono, mano a mano che l'operatore, o meglio il facilitatore della relazione in atto, da l'aiuto necessario a che vengano riconosciute qualità e risorse presenti nella propria esperienza di vita.

È durante la fase di ascolto, nel racconto della storia della persona che si incontrano le risorse utilizzate dalla persona sia attraverso il suo pensiero intuitivo, il pensiero inconscio, rapido ed immediato, detto anche pensiero 1, sia attraverso il suo pensiero cognitivo, il pensiero conscio di tipo razionale, lento, meditativo, riflessivo e consapevole, detto pensiero 2.

Molte esperienze sono affrontate a livello intuitivo e risolte li per li, senza l'uso della consapevolezza, ma la complessità della vita è tale che non tutto è risolvibile a livello inconscio, quando subentrano errori, o la situazione risulta intricata e nuova, e di difficile adattamento, l'approccio cambia, il nostro cervello, abituato in genere per economia a risolvere tutto a livello intuitivo, rallenta o si ferma del tutto, a quel punto comincia ad operare la nostra intelligenza cognitiva, ed il processo cambia apportando tutto un esame minuzioso della situazione presa in esame, che fino a quel momento non era sta ne analizzata, ne portata a livello di consapevolezza.

Quando il processo cognitivo di tipo 2 porta soluzioni l'esperienza analitica viene abbandonata e si ritorna naturalmente al processo intuitivo inconscio, rapido ed efficace, il pensiero di tipo 1, che non chiede consapevolezza, attenzione particolare, permettendo anche di fare più cose contemporaneamente.

Nel caso il processo cognitivo non generi soluzioni, ecco giungere l'utilità dello stato di trance, o dislocamento, e la sua natura intuitiva, la possibilitá per la persona di recuperare il processo intuitivo inconscio, che soggiorna nel pensiero indifferenziato, attraverso un trasferimento in un altro stato mentale, operazione che però non avviene in automatico, se non raramente, che favorisce una ricerca indifferenziata dell'intelligenza attraverso il mondo interiore, ricordi, esperienze passate, ed analizzando in dettaglio il mondo esterno. 

Il pensiero indifferenziato è quel pensiero che abbiamo fin da bambini che lavora con poche cose alla volta da ordinare, partendo da specifici momenti di pensiero cognitivo.

Attraverso la narrazione, la descrizione di un esperienza, l'elaborazione di vissuti, il trasferimento dei pensieri consci in sensazioni corporee inconscie, la persona, favorita dall'operatore Ipnotista, viene portata a dissociare il proprio mondo conscio dal suo mondo inconscio, attraverso un dialogo interno vero e proprio, in parte guidato dall'ipnosi, in aperte seguendo il modo naturale di processare il pensiero, si va ad esare il ruolo dell'inconscio, nelle figure dell'assistente che ci aiuta nelle nostre attività, dell'angelo custode che ci protegge, dello spirito guida che ci orienta nelle scelte.

Tutto questo lavoro porta a  costruire nuove implicazioni causali, a livello simbolico come a livello concreto, entrando ed uscendo dallo stato di trance, si favorisce il processo di trance, portandolo ad un vero e proprio trasferimento a livelli mentali differenti della nostra esperienza, con particolari focalizzazioni che ci spostano nel tempo e nello spazio, intensificando o desensibilizzando le sensazioni attribuite ai diversi momenti, in questo modo tutte le risorse risultano credibili alla persona, e dunque disponibili favorendo totalmente la creatività riorganizzativa della mappa del reale.

Portandoci in stato di trance o essendoci guidati, attiviamo quel potenziale mentale in cui solo alcune parti del nostro cervello sono occupate ad affrontare l'esperienza del mondo circostante, mentre di solito nello stato di veglia tutte le parti del cervello son impegnate in una dettagliata organizzazione del reale, in tal modo ci si concentra con semplicità solo su alcuni aspetti della vita interiore, producendo, attraverso la relazione ipnotica con il facilitatore, l'ipnotista, nuovi meccanismi causali tra i simboli percettivi presi in esame.

Il risultato è una semplificazione che porta ad un processo creativo nuovo, una vera e propria risignificazione simbolica, con nuovi legami causali ed una nuova organizzazione simbolista della nostra mappa del reale, una nuova storia che ci raccontiamo, e di cui siamo protagonisti, con nuovi presupposti, e l'origine di nuove cause, da cui si generano differenti effetti a cui far fronte.

La cosa interessante è che durante tale processo di apprendimento, il percorso di risignificazione simbolica dell'immaginario della persona, favorito, ed alle volte reso unicamente possibile dallo stato di trance ipnotica, non ci si ferma a riqualificare la nostra mappa cognitiva, il pensiero intuitivo inconscio 1, ed il pensiero cognitivo razionale 2, cambiandone semplicemente i processi causali e consequenziali, attraverso il lavoro sulle mappe significative simboliche.

Il processo di apprendimento va sostanzialmente a modificare il nostro cervello rimodellandolo, modificandone le connessioni, lavorando sul processo di trasformazione psicosomatica, fino ad arrivare a riconfigurare la nostra natura percettiva, i nostri sensi, in questo la nostra mente è un elaboratore di terz'ordine in grado di processare il processore stesso da cui prendono origine le nostre elaborazioni, andando a modificare la stessa identità.

La conoscenza, esperienza in parte conscia ed in parte inconscia ci obbliga, nella misura in cui agisce sull'intelligenza, ad organizzare la nostra esperienza, rendendoci viabili, adattabili, al mondo che cambia.

La nostra capacitá di trasferire il conscio nell'inconscio e viceversa, con l'esperienza della trance nei diversi stati mentali, soddisfa la nostra necessità di risolvere i problemi che ostacolano la nostra viabilitá, ma al contempo ci impone un unica esperienza identificativa di riferimento, l'identità, che ci impegna in un unico ruolo di riferimento, ma che ci rende protagonisti, attraverso un rigido insieme di presupposti, le convinzioni, dell'equilibrio dell'identità stessa.

Viviamo la nostra vita in un bisogno continuo di coerenza interna, accettando o meno che possano entrare in noi nuove idee e pensieri, mantenendo in tal modo un unica identitá di riferimento, e la manteniamo essendo gratificati o meno dalla vita, l'essere o non essere felici di ciò che viviamo, e del vivere stesso, determina le nostre scelte, le nostre decisioni, il nostro vivere.

L'ipnosi, detta altrimenti trance, o lavoro con gli stati mentali, per la sua intrinseca capacità di sviluppare creatività all'interno della nostra intelligenza, capacitá di cambiare noi stessi a favore del mondo, o cambiare il mondo a nostro favore, agendo sia a livello conscio che  inconscio, è sostanzialmente dispensatrice di benessere e dunque di felicità.



domenica, ottobre 06, 2013

Il tempo che è stato e lo spazio che verrà. Marco Chisotti.

Ho ritrovato, in questi giorni, la mia tesi di laurea, quello che ho scritto ormai quasi 30 anni fa, beh devo dire che oggi posso parlare di questo lavoro ai miei fantastici uditori, gli "allievi" della mia scuola, che mi stanno insegnando a pensare, parlare, comunicare, aiutare, posso parlare loro, stavo dicendo, della mia tesi: "Sviluppi epistemologici della seconda cibernetica.", e loro mi capiscono.
Ricordo ancora i miei primi tentativi di portar tale discorso alle persone che incontravo, generando una tale ansia ed incertezza che pochi riuscivano a sostenere.
Ero e sono appassionato delle mie idee, dei miei pensieri semplici e comprensibili che anche un bambino riesce a segure.
È bello esser riuscito a tradurre nella semplicità quella complessità, anche se devo ammettere a modo mio, alle volte quadrando quel cerchio così scomodo che è la perfezione del tutto. 
Come diceva Popper, lui e i suoi tre mondi, prima di parlare di una teoria bisogna semplificarla tanto che possa capirla anche un bambino, forse mi son avvicinato a questo nei miei discorsi, forse aver ridotto tutto a tre processi, come fu all'inizio del umanità, e dunque all'inizio del mondo per come lo conosciamo: 
Il processo semantico (distinzione / immaginario / senso / significato / fine)
Il processo causale (implicazione / causa / effetto / religione / magia)
Il processo relazionale (socializzazione / relazione / suggestione / conscio / inconscio).
Questa distinzione mi è servita a rendermi conto del mondo degli altri, e che se volevo esistere per loro avrei dovuto rendere comprensibile a me stesso ed agli altri quello stesso mondo condiviso.
Oggi mi ritrovo fermo nell'idea di un mondo creato dalla nostra conoscenza, in un processo biologico / culturale, costruito dalla nostra mente che si costruisce attraverso questo mondo, i nostri sensi si forgiano guardando il mondo, e son cambiati dalle esperienze che vivono e condividono, e mano a mano vedono il mondo, lo riconoscono e lo usano, la vita usa il mondo trasformandolo in qualcosa di reale in cui ci troviamo a vivere, per questa ragione la conoscenza è fondamentale, perchè ci guida, ci orienta, ci obbliga, non possiamo esimerci da essa. 
Perché è fondamentale parlare di relazioni d'aiuto? 
Perché tutti abbiamo bisogno degli altri ed in un reciproco aiuto ci ritroviamo ad avere e dare quello di cui abbiamo bisogno per la vita, lo facciamo dando un senso ed un fine al nostro vivere, almeno tentiamo di farlo, e ci spieghiamo ogni cosa perchè comprendendone il significato ci tranquillizziamo, il capire e lo spiegare sono i più grandi ansiolitici mai costruiti, ci tranquillizzano, ci fan sentire ancora al centro del mondo, quel centro ormai perso nel lontano tempo perduto di Copernico, ci fan sentire esseri unici e non discendenti di semplici Primati, come ci ha dimostrato Darwin ed il suo evoluzionismo, e ci fa sentire padroni della nostra vita, e non asserviti ad un inconscio altalenante, poco stabile, e certamente autonomamente sconosciuto mondo. Ci fa sentire protagonisti ed impegnati eroi di un mondo di valori e di coerenza, mentre Woody Allen nel suo film "Basta che funzioni" ci ha dimostrato quanto alla fine ci vogliano unicamente pragmatismo e funzionalismo per comprendere e guidare la nostra vita.
Che strano mondo quello costruttivista, ti rende padrone del mondo gettandoti nello sconforto dell'illusione e del dubbio, decretando che la verità non è altro che un invenzione e di un bugiardo lasciandoti a pensarti tra le "Rovine circolari" di un Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo, noto come Jorge Luis Borges, scrittore, poeta, saggista, traduttore e docente universitario argentino, che nel suo racconto ci racconta che potrebbe andare a finire l'idea del nostro mondo sognato da un altro sognatore inaspettato.
Che strano mondo quello che ci rimane sapendo di esser artefici di un mondo che nel conoscerlo ci cambia la struttura dei nostri sensi con cui lo guardiamo, lo ascoltiamo, lo percepiamo.
Che stramo mondo quello che ci rimane tra le dita, dopo che è passata quella sabbia finissima del tempo che non si ferma mai, per quanto sia una di quelle spiegazioni ansiolitiche che ci diamo da sempre, lo scorrere del tempo appunto.
Che strano mondo questo nostro mondo che amiamo così tanto perché non possiamo averne un altro, perché è l'unico fantastico mondo di suggestioni ed amore che conosciamo, senza il quale non esisteremmo, non penseremmo, ne parleremmo, ne significheremmo, ne ci relazioneremmo con nulla.
Credo che entreremo presto in un nuovo medioevo e probabilmente in attesa di nuovi lumi proprio come i nostri antenati, confusi e sicuri al tempo stesso, capaci ed incapaci, esseri coscienti del nulla che ci circonda e che riempiamo di un tutto fantastico e suggestivo immaginario che ci rende unici certi di esseri felici, almeno in quei po' chepì attimi che ci capita di cadere nella felicità, ed il concetto di cadere è chiaro, quando cadi l'esperienza è certa, ti capita, un attimo prima sei in piedi, un attimo dopo sei a terra, c'è un cambio repentino di realtá, ed è anche divertente se non ti fai male naturalmente.
Son contento d'esserci e di poter pensare a tutto quanto questo bellissimo esistere, tanto bello quanto unico mondo possibile.
Lascio a chi voglia continuare ad intrattenersi in questa magica complessità cibernetica, la possibilitá di sfogliare la mia tesi di laurea, che ho composto a suo tempo con la carica dei 101, i libri che lessi, almeno in un calcolo approssimativo, che comprendono quelli citati in bibliografia ed altri meno pertinenti ma egualmente significativi, che hanno accompagnato la mia costruzione del mondo di cui ora mi è permesso di parlare, grazie a chi, come vi ho detto i miei "allievi" insegnanti, pazientemente ascolta e traduce e vive con me, cercando di anticipare, come l'intelligenza spesso pretende da noi, di anticipare lo spazio ed il tempo che verrà.