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domenica, agosto 31, 2014

Confini sconfinati del sé. La consapevolezza. Marco Chisotti.

Confini sconfinati del sé. La consapevolezza. Marco Chisotti.

Oggi siamo molto portati a semplificare tutti processi cognitivi complessi uno fra tutti la consapevolezza.
La consapevolezza nasce a favore del complessificarsi del concetto di anima preso a sua volta dalle religioni dall'animus degli antichi romani. Il verbo nasce lontano sulla legge della forma di Spenser Brown, per poter avere una forma, un oggetto o un soggetto, dobbiamo fare una distinzione, e questo costituisce il primo atto di conoscenza, nel tempo le distinzioni memorizzate, mantenute vanno a sostenere la storia, il ricordo delle distinzioni fatte, e questa è il secondo atto della conoscenza.
Parlo spesso del senso comune, per me non è altro che quello che le persone, su base statistica, ricordano, quindi conoscono, delle distinzioni fatte, il senso comune condiviso porta con se tradizione ed utilizzo, quello che è importante e funziona viene mantenuto, il resto cambia inevitabilmente nel tempo.

W. James introdusse il concetto dinamico di flusso di coscienza per intendere il processo di consapevolezza : "Domandate alla prima persona che incontrerete, uomo o donna, psicologo o ignorante, e vi risponderà che si sente pensare, godere, soffrire, volere, nello stesso modo in cui si sente respirare. Essa percepisce direttamente la sua vita spirituale come una specie di corrente interna, attiva, leggera, fluida, delicata, quasi diafana e assolutamente opposta a qualunque cosa materiale" William James.


Nel senso comune la consapevolezza è il rendersi conto, accorgersi delle cose, delle esperienze, ma se analizziamo bene le strutture cerebrali e cognitive che entrano in gioco abbiamo almeno 5 differenti consapevolezza differenti.
La base della consapevolezza è intuitiva, a livello inconscio il lavoro del cervello rettile, l'amigdala, il bulbo, il cervelletto sensibile alla qualità dell'ambiente, dei movimento, della postura, la sopravvivenza.
Il livello profondo è legato alla consapevolezza emotiva, il cervello mammifero, il sistema limbico, l'ippocampo, sensibile alle relazioni, al prendersi cura, il voler bene e volersi bene, l'affettività.
Il livello elevato della consapevolezza è quello cognitivo, il cervello neocorticale, la neo corteccia, il talamo, sensibile alle associazioni, alla coerenza, alla causa effetto, la razionalità.
Esiste poi una sensibilità alla consapevolezza globale legata all'attività dell'emisfero destro, l'emisfero inconscio, intuitivo, creativo, sensibile all'estetica, il contorno, la forma.
La logica e la razionalità, assieme ai dettagli, alla coerenza sviluppano la consapevolezza dell'emisfero sinistro, quello dominante, sensibile al particolare, al calcolo, alle misurazioni.
Ma questo è un mondo complesso e quindi la consapevolezza è per semplicità ridotta dal senso comune, a ciò che senti parte di te come come nell'accezione di William James:
"Nell'accezione più ampia possibile il Sé di un uomo è la somma totale di tutto quanto egli può definire suo, non solamente il suo corpo e le sue facoltà psichiche, ma i suoi vestiti e la sua casa, sua moglie e i figli, i suoi antenati e i suoi amici, la sua reputazione e le attività lavorative, le proprietà terriere e i cavalli, lo yacht e il conto in banca (…) Se queste cose crescono e prosperano, egli si sentirà trionfante; se perdono d'importanza e svaniscono, si sentirà abbattuto, non necessariamente con lo stesso grado d'intensità per ogni singola cosa, ma sostanzialmente allo stesso modo per tutto"

"Soltanto le teorie più adatte sopravvivono, pur essendo anche queste in pericolo di vita in ogni momento" Karl Popper.


Credo che la relazione d'aiuto sia la più complessa realtà che si possa trovare, si cerca di capire per rendere l'intervento terapeutico efficace, ma non si può afferrare il significato dell'aiutare l'altro, è troppo complesso il motivo perchè qualcosa possa funzionare.
Nella relazione d'aiuto alle volte funziona far sentire l'aspetto paterno, la guida e la protezione, alle volte è quello materno che accudisce e tranquillizza, altre volte è l'elemento sorpresa o l'interruzione di schema che aiuta.
L'ipnosi è tutto questo è il modo che possediamo per permettere alle persone di esser consapevoli e cambiare, diventare viabili, adattarci al senso della vita.
La consapevolezza precede qualunque risultato ed anche la sua esportabilità e replicabilità, la consapevolezza è alimentata dall'immaginario, dal sogno, ma tutto quanto riguarda la vita prima di tutto passa dalla finzione, dal mettersi nei panni, emulare, proprio come fa il bambino quando apprende e conosce.
Credo che la strada migliore per aver consapevolezza del mondo e della vita dell'altro, per poterlo aiutare, sia entrare nel mondo dell'altro, sentirlo, eventualmente capirlo, il buon rapport iniziale è favorito dall'imitare l'altro, sfiancando a questo momento tutto ciò che rassicura e tranquillizza creando la giusta aspettativa, il pre talk lavora proprio sulle aspettative, genera nelle persone la giusta prospettiva all'accoglienza, all'accettazione, all'apprendimento.
A seguire ed a concludere la consapevolezza del buon terapeuta, Counsellor non rimane che la semina, con l'attenzione a confezionare personalmente l'intervento, il tailoring, sulle esigenze e le necessità della persona con cui si lavora, portandola al giusto livello di consapevolezza che gli permetterà di riequilibrarsi nella sua vita.

mercoledì, agosto 27, 2014

Verso il metodo ipnologico costruttivista. Marco Chisotti.

Verso il metodo ipnologico costruttivista. Marco Chisotti.

"L'uomo può realizzare delle cose stupefacenti se queste hanno un senso per lui." Carl Gustav Jung

Dal momento che per i costruttivisti ogni comunicazione, ogni apprendimento e comprensione è in ogni caso costruzione e interpretazione del soggetto che vive l'esperienza, qualunque siano le mie fonti, qualunque scuola abbia potuto frequentare e da qualunque maestro possa essere stato formato, io, solo io porto la responsabilità di ciò che si dice in questo mio scritto.

Il senso che diamo alle cose ed alla nostra vita è avvitato alla nostra identità che non è altro che il tentativo di mantenerci coerenti nella nostra unicità.
Credo che noi possediamo un idea di noi stessi stabile, ma la stabilità è solo la percezione che noi abbiamo di noi stessi, nei fatti credo che la nostra identità sia un continuo rimodellamento, su base culturale, della nostra unicità.

Heinz von Foerster si considerava più un sistemico che uno scienziato e infatti traccia una distinzione tra la teoria sistemica e la teoria della scienza in generale.
Il termine "scienza" viene dal latino "scientia" che contiene la radice indo-europea "skei": questa radice si riferisce ad attività come "separare", "distinguere", "prendere da parte".
Tra le parole derivate dalla radice "skei" troviamo termini come "scisma" o "schizofrenia e, come amava far notare Heinz, anche il termine "schifo" (in inglese shit), qualcosa da cui ci si vuol separare, la parola "scienza" deriva da questa radice perché si riferisce al tracciare distinzioni tra le cose.
La prima legge della forma di Spencer Brown dice che per avere conoscenza è necessario produrre una distinzione, "Fate una distinzione.", mentre la seconda legge della forma dice che per poter aver conoscenza si deve ricordare quali distinzioni si son fatte, "Ricordate quali distinzioni sono state fatte."

La visione di von Foerster di come dovrebbe essere la scienza è tale da imporre l'utilizzo di un altro termine, "sistemica" che si preoccupa di tracciare uguaglianze e di vedere le cose nel loro insieme.
Il concetto di sistemica permette di considerare la logica inclusiva "e e" a discredito della logica esclusiva "o o", includere è vedere il sistema di riferimento nel suo insieme, solo così si può avere una visione d'insieme ecologica, dove viene rispettata la logica del sistema.
Molte volte capita di seguire la storia di una persona e limitandoci a vedere il dettaglio si entra in una logica esclusiva, in quel momento si perde di vista il senso complesso della via, cercando forzatamente soluzioni parziali e riduttive che, oltre a non dar soluzione al problema, ingannano e complicano la ricerca di nuove soluzioni.

Ai concetti di "separare", "distinguere", "prendere da parte" Heinz von Foerster propose di sostituire i termini complementari di "mettere insieme", "unificare", "identificare".
Questi termini di "unificazione" hanno una comune radice greca, "hen", da cui "un", "sin", "sim", che ci riporta al significato di "uno". Da qui nasce la parola "sistema".

Nella visione costruttivista la Logica è cambiata un sistema è qualcosa che noi mettiamo insieme, noi costruiamo il sistema perchè lo vediamo e lo distinguiamo dal resto, Heinz von Foerster propone di utilizzare il termine "sistemico" come una struttura di pensiero complementare al pensiero scientifico che, attraverso il mettere insieme permette di condividere una realtà che altrimenti è solo supposta tale, rimanendo parziale e limitata.

L'«autos» sta ad indicare l'autonomia del sé. L'individuo computa le informazioni del suo ambiente per proteggersi dai pericoli e per trarne vantaggio ai fini della sua sopravvivenza, al fine di migliorare la propria viabilità. Ma la sua autonomia non può essere mai totale, l'aumento dell'indipendenza personale da un lato corrisponde a un aumento della dipendenza dall'altro. La soluzione non è scegliere o l'indipendenza o la dipendenza, bensì è una soluzione considerare e l'indipendenza e la dipendenza, dove in momenti differenti si è e l'una e l'altra cosa.

"Più l'essere diventa autonomo, più è complesso, e più questa complessità dipende dalle complessità eco-organizzatrici che la alimentano" Edgar Morin.

Così se gli animali sono dotati di locomozione, ne pagano il prezzo con una maggiore necessità di nutrirsi. Ma quale prezzo paga la complessità auto organizzatrice dell'uomo? Ambiguità, incoerenze e paradossi sono i limiti della complessità umana, perdiamo semplicemente la struttura "tripartita" o "triunica" del nostro cervello, la complessità è chiara nel momento che in noi sussistono tre differenti parti con funzioni e compiti differenti.
Il cervello "rettile", antica struttura presente in ogni animale dai rettili più antichi fino all'uomo, scopo principale la sopravvivenza dell'individuo. Il cervello "mammifero", struttura cerebrale posseduta da tutti i mammiferi, compreso l'uomo, scopo principale favorire il mantenimento e la crescita della specie. Il cervello "neuro corticale", la parte evoluta del cervello umano, scopo principale l'anticipazione e la predittività degli eventi attraverso il calcolo, la logica induttiva e deduttiva e l'intuizione cognitiva.

Secondo Feuerbach, filosofo tedesco vissuto dal 1804 al 1872, quando un soggetto entra in un rapporto essenziale e necessario con un oggetto, questo significa che questo oggetto è la vera e propria essenza del soggetto. Con Dio il sentimento umano è in un rapporto necessario: Dio dunque non è altro che l'essenza oggettivata dell'uomo.
La religione è l'oggettivazione dei bisogni e delle aspirazioni dell'uomo, la proiezione di essi in un ente, che viene considerato indipendente dall'uomo e nel quale tali aspirazioni si trovano pienamente realizzate.
Nella religione è l'uomo a fare Dio a propria immagine e somiglianza, non viceversa, ' Non è Dio che crea l'uomo, ma l'uomo che crea l'idea di Dio ' afferma Feuerbach: quando a Dio si attribuiscono la conoscenza o l'amore infinito, in realtà si intende esprimere l'infinità delle possibilità conoscitive e dell'amore propri dell'uomo.
In Dio e nei suoi attributi l'uomo può quindi scorgere oggettivati i suoi bisogni e i suoi desideri e, dunque, conoscerli. Feuerbach conclude dicendo: "La religione è la prima, indiretta, coscienza che l'uomo ha di sé ".
Considero molto interessante l'ordine di pensiero espresso da Feuerbach, la logica proiettivo identificativa dell'uomo è semplice e chiara, quanto strutturalmente alimentata dalla struttura stessa del nostro cervello, i neuroni specchio sono strutture semplici che alimentano l'apprendimento funzionale attraverso automatismi replicativi sulla base stessa dell'immedesimazione nell'altro. Immaginando l'animale guida l'individuo immagina se stesso portando dentro di se, in un processo immedesimativi ed identificativo, tutte le qualità utili percepite nell'animale stesso.

Con il suo libro: "La verità è l'invenzione di un bugiardo", von Foerster intende sottolineare i processi di cambiamento verso nuovi paradigmi della scienza. Infatti ciò che era "verità scientifica" un tempo si è dimostrata suscettibile di modificazioni ed anche di false costruzioni. Costruzioni, è proprio questo il concetto chiave, un nuovo modo di vedere la realtà e quindi anche la conoscenza: "Ho sempre considerato la scienza come un'attività, il creare scienza" Heinz von Foerster.
La scienza è una grande storia a cui crediamo. Una storia generosa nel cui ordine si intrecciano molti vantaggi, ma questi vantaggi portano con se anche i limiti della storia stessa che ci raccontiamo, cambiare logica è anche combinare questa storia.

Von Foerster mette in discussione che cosa è reale, il concetto di verità, come padre del Costruttivismo, Heinz, asserisce che la realtà non è nient'altro che la costruzione condivisa del significato degli input ricevuti dall'ambiente che i nostri sensi ci trasmettono.
I nostri sensi non raffigurano nessuna rappresentazione della realtà in quanto è nel sistema nervoso centrale che vengono calcolati gli stimoli percepiti come impulsi elettrici che, tramite il linguaggio, traduciamo in elementi di senso e quindi di significato. Il senso che diamo agli stimoli deve essere condiviso da altri da noi con i quali decidiamo cosa è vero e cosa è reale: "...un'ipotesi, che è giusta per A e per B, può essere accettabile soltanto se vale anche per A e B insieme" Heinz von Foerster.

La verità di von Foerster, quindi, è quella di non credere a chi asserisce di essere detentore di verità, e paradossalmente questa è la verità di Heinz von Foerster: "La verità è l'invenzione di un bugiardo". Ma questo significherebbe che anche von Foerster è, come Parmenide, un bugiardo, ma se è bugiardo dice la verità e se dice la verità non è un bugiardo, e se non è un bugiardo la sua affermazione è vera, ma se è vera è, quindi, un bugiardo e così via. Ecco qui un altra "verità" importante di von Foerster, che oltre ad essere un paradosso, è un pensiero che si applica a se stesso, detto anche autologico.
Noi siamo elaboratori di terz'ordine, questo vuol dire che siamo sensibili alle aspettative, queste infatti non si limitano a condizionare il mondo delle idee, le aspettative condizionano i sensi cambiando il sistema con cui raccogliamo gli elementi coi quali manteniamo la nostra identità in costante permanenza (mantenimento del sé) e coerenza interna, per questo siamo e rappresentiamo la complessità.

La complessità è un cambio di paradigmi come ci suggerisce Edgar Morin, sia dell'Ipnosi l'epistemologia della rappresentazione che quella della costruzione; dal punto di vista dell'evidenza oggettiva al punto di vista della pertinenza ...... irreversibilità come tipicità dei sistemi dinamicamente complessi; dalla cibernetica dei sistemi osservati alla cibernetica dei sistemi osservanti; da un punto di vista della causalità lineare a quella circolare; dalla complessità interna alla complessità esterna ..... la complessità non è nella natura ma nel codice, nel sistema intero, non nel semplice sistema osservato, ma nella congiunzione del sistema osservato e quello osservante, in cui sono riposte le scelte, gli scopi, i fini dell'osservatore, per mandare in trance è necessario andare in trance, quest'esperienza rende bene l'idea della reciprocità nel fine e nello scopo; si deve passare da un punto di vista del controllo e della previsione ad un punto di vista del gioco, dell'interazione, come ci suggerisce Gregory Bateson, dove sono i vincoli degli eventi e le strategie dei giocatori, i confini, la figura e lo sfondo assieme a definire la realtà, l'ipnotista e l'ipnotizzatore che si scambino di stato mentale, dove in questa realtà costruiscono nuovi scenari, nuovi confini, li avvengono gli scambi, li avviene conoscenza.
Credo che semplicemente la vita si combini dietro le quinte, noi possiamo assistere solo alla commedia dal lato spettatori, tutto ciò che avviene al di la dello scenario di cui abbiamo consapevolezza noi non possiamo conoscerlo, li è l'inconscio a scegliere e decidere, lasciandoci godere dello spettacolo.

Tutta la terapia non è altro che un tentativo di produrre un cambiamento perturbando un sistema, credo nella saggezza di chi suggerisce la semplicità, qui di seguito il primo degli imperativi di von Foerster, un uomo che ha saputo come scienziato domare la complessità con una visione semplice delle cose, il suo imperativo etico dice:
"Agisci in modo da aumentare le possibilità di scelta"

"La mia opinione è: la morale è esplicita, l'etica dovrebbe rimanere implicita, dovrebbe essere in un certo senso intessuta nelle azioni del singolo." Heinz von Foerster.

La posizione etica considera la consapevolezza che la realtà è inventata e che tale invenzione avviene nella relazione, nel contesto, dentro una comune unità di persone. La nostra responsabilità, conseguente all'aver messo in luce una realtà, significa che la nostra considerazione, e di conseguenza le nostre azioni, non rimangono in uno spazio vuoto ma son circondate di conseguenze logiche, noi ci impegniamo a fornire ragioni a favore di ciò che diciamo e facciamo, anzi siamo obbligati a mantenere tutto in un unica coerenza esplicativa e giustificativa di ogni fatto della nostra vita, solo così manteniamo la nostra identità.

Il secondo imperativo, l'imperativo estetico, suggerito da von Foerster:
"Se vuoi vedere, impara ad agire".

Questo imperativo estetico, oltre che richiamare alla responsabilità delle proprie scelte, mette in evidenza il fatto di dover agire se si vuole costruire possibilità, i sensi, l'estetica serve per orientarsi nel costruire la realtà, ma i sensi responsabili della costruzione della nostra realtà sono inaffidabili dal momento che son sensibili alle aspettative, alle profezie.
Credo possa servire tornare a considerare la scienza del controllo, la cibernetica, come base per comprendere la consapevolezza.

"La cibernetica è la scienza della regolazione e della trasmissione di notizie negli esseri viventi e nelle macchine".
Norbert Wiener.

"Cibernetica come scienza dell'informazione".
Stafford Beer.

"Cibernetica come gnosologia che si interessa della generazione del sapere attraverso la comunicazione".
Warren McCulloch.

La cibernetica di prim'ordine, separa il soggetto dall'oggetto, vi è una realtà là fuori ed è caratterizzata da processi lineari, tutto è attribuito o attribuibile ad una logica di causa ed effetto.
Ma Wittgenstein ci ricorda che la logica causa effetto è una grande superstizione, c'è dunque bisogno di una cibernetica, e dunque una conoscenza, di second'ordine, quella creata da von Foerster, è una conoscenza circolare, in questa conoscenza ci conosciamo ed entriamo a far parte di quel mondo che si osserva. Si passa, quindi, da una cibernetica dei sistemi osservati ad una cibernetica dei sistemi osservanti ci dimostra von Foerster.
Da una cibernetica dove i sistemi tendono all'omeostasi, a mantenere il proprio profilo, ad una cibernetica dove i sistemi sono in continuo cambiamento, in divenire. Si passa da una logica dove l'interazione con il proprio ambiente è unidirezionale a quella dove l'interazione con l'ambiente e reciproca e riflessiva. Si passa da una logica dove l'organizzazione del soggetto che ascolta rimane separata dall'organizzazione dall'ascoltatore, ad una logica dove si parla di organizzazione dell'organizzazione, un'auto-organizzazione del sistema che si viene a creare tra cliente e Ipnotista, Counsellor.
Solo a livello di secondo ordine si forma la possibilità dell'auto-riflessione, un luogo oltre i confini del semplice, e dell'ovvio. Fondamentale che l'osservatore/ascoltatore diventi responsabile della propria osservazione/ascolto.
La cibernetica di secondo ordine è quella delle macchine non banali, quella dei sistemi viventi, del linguaggio, dei paradossi, della logica circolare, mentre la cibernetica di primo ordine è quella delle macchine banali, dei sistemi non viventi, della logica matematica, della logica lineare.

La diversità tra "macchine banali" e "macchine non banali" la si può riassumere in questo schema:

Macchine Banali
Determinate sinteticamente (logica, matematica, complicazione)
Indipendenti dalla storia (il tempo gli è indifferente)
Determinabili analiticamente (obbediscono alla logica)
Prevedibili (subiscono la causa e l'effetto)

Macchine non Banali
Indeterminate sinteticamente ( sono sistemi complessi)
Dipendenti dalla storia (cambiano, crescono, evolvono)
Indeterminabili analiticamente (la logica non le racchiude)
Imprevedibili (inaspettate, incomprensibili, incognite, impossibili)

"Nel momento in cui si dice "è", si ferma tutto, si diventa onnipotenti, perché "è" è la verità. In questa epoca moderna, si sa qual è la verità, la verità sta nell'essere". von Foerster.

Essendo l'uomo una macchina non banale, è sempre in questione, quindi sempre in divenire. In continuo cambiamento così come lo è l'ambiente che lo circonda, con il quale interagisce. E quando un sistema smette di evolvere, si blocca, fino al punto che il sistema muore. Quando si lavora con il sistema famiglia lo si riconosce il problema, i sistemi umani stanno male quando sono bloccati, un sistema bloccato muore.
La mancanza di libertà, la non possibilità di scelte, e la mancanza d'azione, impasse, generano la fine, la morte della vita.
Il presupposto del costruttivismo è che tutto ciò che percepiamo non è altro che grandi quantità di impulsi elettrici i quali vengono computati nel cervello umano, "il mondo non racchiude nessuna informazione .... Il sistema nervoso trasforma i segnali neuronali in altri segnali neuronali ..... Computare significa considerare le cose insieme" von Foerster, fu così che si decise di chiamare queste macchine artificiali "computer", macchine che mettono insieme gli impulsi che arrivano all'interno dei loro circuiti.

"La percezione non è niente che noi dovremmo prendere come garanzia. E' basata sull'interazione tra la distinzione e la connessione che dobbiamo sistemare tutte le volte. L'intero processo è altamente influenzato dalle aspettative." von Foerster.

"Tuttavia la conoscenza come esperienza è qualcosa di personale e di privato che non può essere trasferito, e ciò che si crede sia trasferibile, cioè la conoscenza oggettiva, deve sempre essere creata dall'ascoltatore: l'ascoltatore capisce, e la conoscenza oggettiva sembra trasferita solo se egli è preparato a capire. Così la cognizione come funzione biologica è tale che la risposta alla domanda 'Che cos'è la cognizione?' deve sorgere dal capire la conoscenza ed il conoscitore attraverso la capacità di conoscere di quest'ultimo." Humberto Maturana, in Biologia della conoscenza.

Purtroppo i concetti autoreferenziali sono complessi, non possono essere ridotti, credo si debba accettare la complessità ed il limite della conoscenza e del linguaggio, il limite è che non possiamo prescindere da ciò che siamo e che crediamo di essere per dire chi siamo e come viviamo, così succede che viviamo delle storie che ci raccontiamo e di cui ci fidiamo, così moriamo delle storie che ci raccontiamo ed in cui crediamo.
Per questo amo ascoltare le storie delle persone, la loro vita, i loro bisogni, i loro desideri, nei quali mi ci ritrovo spesso, mi piace pensare che la realtà equivale alla condivisione, si pensa nell'idea di realtà e si vive nel senso comune proprio così.....

venerdì, agosto 08, 2014

Le spiegazioni per la mente ...... come ossigeno al fuoco. Chisotti Marco

Le spiegazioni per la mente ...... come ossigeno al fuoco.


Tutta la conoscenza prescientifica, sia essa animale o umana, è dogmatica; e con la scoperta del metodo non dogmatico, cioè del metodo critico, comincia la scienza. Karl Popper.

Al momento, non esiste una concezione unitaria della vita mentale, del funzionamento della nostra mente, né un principio esplicativo unico. Newton ha indicato come un'unica forza, la forza gravità possa spiegare la caduta dei degli oggetti e il movimento dei pianeti. Darwin ha indicato che tutte le specie sulla terra sono legate all'evoluzione reciproca. Watson e Crick hanno indicato che il codice di tutti i viventi è il DNA. Ma evidentemente nel caso della mente esiste una complessità maggiore, non si può parlare della mente senza usare la mente, noi dunque siamo immanenti al sistema che ci descrive, per trascendere il sistema dobbiamo per forza entrare nella fede.

"Io dunque ho dovuto sopprimere il sapere per sostituirvi la fede." Immanuel Kant.

Nella mia personale esperienza, ad esempio, quello che pensavo essere amore per una persona si è trasformato in fede, la fede non porta dubbi, li risolve, non affronta le difficoltà, spiana ogni asperità, la fede è alla fonte di ogni forma di innamoramento, passione, dedizione.
L'amore è un canale di conoscenza diverso da quello della ragione, per questo in esso non si deve dimostrare nulla, o spiegare le cose, l'amore è condivisione, partecipazione, empatia profonda, una risorsa fondamentale non solo per star con gli altri, ma anche per star con se stessi.

"La conoscenza libera il genere umano dalla superstizione." James Dewey Watson

Vorrei tanto condividere l'idea di conoscenza di James Dewey Watson ma a me oggi appare ingenua, son più convinto che esistano tante forme di conoscenza, solo alcune son salutari ed in grado di allontanarci dalle superstizioni, altre ci stanno portando a nuove superstizioni. Intendo dire che siamo sempre più miopi per lo sviluppo massiccio della conoscenza specialistica perdiamo di vista la conoscenza dell'insieme, della vita. Ora capisco bene che sia utopico insegnar a vivere, ma credo sia importante indicare ciò che è vivibile da ciò che non lo è.
Credo, come avviene nelle indicazioni alimentari, si possa parlare di ciò che è tossico, a lungo andare almeno, per la mente, pur non sapendo come funziona in toto la mente stessa, son troppe le libere considerazioni che non possedendo uno sguardo d'insieme sulla vita non son in grado di indicarci la strada.

La capacità di saper vivere va a scuola dalla saggezza e quello che si ascolta sono le storie di chi ha vissuto in saggezza, si vive nelle storie e per le storie che ci raccontiamo, in cui crediamo, in cui riponiamo la nostra fede, si ama la storia in cui si desidera vivere, si sta bene in quella storia e non la si vorrebbe più lasciare, ma il contesto e la cornice in cui viviamo il nostro quadro cambia ed una nuova saggezza s'affaccia, sbirciamo, sondiamo fino a svelarci il senso di quel momento che per un po' rimane straordinario, poi, inevitabilmente ci abbandona per incantar qualcun'altro, questo è il senso della spiegazione.

Chisotti Marco

mercoledì, agosto 06, 2014

C'è spazio per la formazione? Forse la conoscenza va guidata? Riflessioni di un formatore di professione.

"E la natura, si dice, ha dato a ciascuno di NOI due orecchie ma una sola lingua, perché siamo tenuti ad ascoltare più che a parlare."

Plutarco.

E di solito ascolto, ma se mi si chiede di dire la mia non mi sottraggo, anzi ne ho piacere tenendo presente quanto il famoso politico statunitense Bernard Baruch disse:

"La capacità di esprimere un'idea è importante quasi quanto l'idea in sé stessa".

La conoscenza non si riceve passivamente né attraverso i sensi né mediante insegnamenti, ma viene costruita dal soggetto che conosce. La conoscenza non è una rappresentazione della realtà, ma un insieme di azioni e di pensieri che si sono rivelati validi, viabili, nella passata esperienza.

Ogni brillante invenzione per poter esser stata considerata tale ha dovuto esser commercializzata e dunque distribuita, resa conosciuta, le idee se rimangono nella penna non saranno mai un invenzione brillante.

Il costruttivismo è una teoria su ciò che il pensiero produce, processo di solito chiamato conoscenza.

Insegnare a pensare può consistere in un processo di commercializzazione e distribuzione, ad esempio nel proporre agli studenti situazioni nelle quali le modalità di pensiero che il formatore ritiene utili siano tali da avere successo, portando a riconsiderare forma e processo dell'esperienza, in un continuò riconsiderare il vivere stesso.

L'esperienza è la causa ed il mondo la sua conseguenza.

I pensieri sono costruzioni concettuali ed esperienziali che non possono essere trasferite da una testa a un'altra.

L'antica parola greca kairos indica il tempo opportuno, la buona occasione, il momento propizio, tempo di Dio. L'uomo ha sempre attribuito il meglio ed il peggio dell'umanità, come il ben ed il male a forze metafisiche, io son dell'idea che andrebbero riportate al fisico, alla responsabilità, alla scelta, alla disciplina che è giusto importi per regolare la tua conoscenza e la tua competenza.

Dopo tanti anni che mi dedico alle relazioni d'aiuto, ed in particolare a persone che desiderano aiutare gli altri, son venuto alla conclusione che aiutare le persone ad aver fiducia in se stesse, ad esser indipendenti, a realizzarsi, ad esser appagate, soddisfatte sia un arte, sia frutto di un processo stocastico, dove molto spesso ad operare è un processo casuale.

Data questa condizione la mia considerazione è stata: "ma allora è inutile insegnare la relazione d'aiuto!"

La mia consolazione nel portar avanti un "mestiere" tanto nobile quanto bistrattato, l'insegnamento, l'ho sentita nella semplicità del pensiero di Gregory Bateson:

"La cornice di un quadro dice all'osservatore che nell'interpretare il quadro egli non deve impiegare lo stesso tipo di ragionamento che potrebbe impiegare per interpretare la carta da parati esterna alla cornice."

Io mi sento ora di far la funzione della cornice, un confine entro il quale far sentire le persone al sicuro ma allo stesso tempo spronarle a superare il confine stesso, le terre di confine esisteranno sempre ma saranno sempre soggette a riconfigurazioni continue alla ricerca di ciò che è meglio per tanti ed un giorno forse per tutti.

Nasciamo, cresciamo, viviamo e moriamo, dell'origine e della fine non ci possiamo occupare direttamente, è OFF LIMIT per il pensiero umano, ma il mio Kairos, il mio tempo opportuno è proprio nell'aiutare le persone a crescere e vivere, facendole agire per conoscere ed aumentando loro le possibilità di scelta.

È opportuno creare confini entro i quali crescere ed oltre i quali provare a vivere, conoscere è costruire, questo processo richiede presenza, scelta e decisione, un insieme di elementi che mi fan pensare che forse la saggezza è una forma di apprendimento e guida, proprio una specifica forma di Ipnosi Costruttivista.

Disegno di Alice Chisotti.