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lunedì, luglio 19, 2004

A.E.R.F.
Association Europeenne pour la Recherche scientifique et la Formation
sponsorizza

Primo seminario con

Stephen Gilligan, Ph.D.
Uno dei pochissimi allievi diretti di Milton Erickson

“L’Ipnosi generativa”

con traduzione in Italiano

18 gennaio 2005
a Milano

presso Collegio San Carlo, in Corso Magenta n.° 71
dalle h. 9,30 alle h. 13,00 e dalle h. 14,30 alle h. 17,30
A.E.R.F. - Association Europeenne pour la Recherche scientifique et la Formation – Via Bagetti n. 19/A – 10143 Torino – www.aerf.it
Il Seminario del Dottor Gilligan è un viaggio esperienziale nelle parti più profonde del vostro essere, dove imparerete a riprogrammare la vostra mente conscia per raggiungere risultati generativi. È la migliore sintesi di oltre 25 anni d’intenso lavoro d’insegnamento e pratica dell’Ipnosi e di altri approcci mente-corpo nel campo della terapia, delle arti marziali, delle performance artistiche e del training professionale.
La maggior parte delle metodologie d’ipnosi suggerisce modi per aggirare la mente conscia. Il programma generativo di Gilligan, invece, insegna come usare la trance ed altri processi ipnotici per compiere cambiamenti sia interni, sia esterni. Ciò avviene attraverso una collaborazione fra l’inconscio creativo ed il nostro sé cosciente per sviluppare un terzo “Sé generativo” eccezionalmente produttivo e felice.
Il focus del Seminario sarà su come sviluppare stati di trance utili a migliorare lo stato di salute, abbandonare abitudini nocive, guarire ferite emotive ed emozioni negative, aumentare la felicità e promuovere il successo nella vita personale e professionale.
Imparerete come sviluppare e lavorare con gli stati di trance profondi, ascoltando la vostra meravigliosa, spontanea ed intelligente mente inconscia.
Gli argomenti principali sono:
- Identità, trance ed ipnosi
- Sintomi/problemi come “trance negative”
- Come, quando e perché sviluppare una trance
- Comprendere “resistenze” e difficoltà
- Trance profonda per ottenere cambiamenti personali e professionali
Stephen Gilligan, Ph.D. www.stephengilligan.com, è uno psicoterapeuta che pratica in Encinitas (California). Stephen è stato fra i primi studenti della Programmazione Neurolinguistica all’Università di Santa Cruz dal 1974 al 1977 e durante quel periodo è anche stato un assiduo studente di Milton Erickson e Gregory Bateson.
Dopo aver conseguito il dottorato in psicologia all’Università di Stanford, Gilligan è presto diventato uno dei migliori insegnanti e praticanti dell’Ipnoterapia Ericksoniana.
Il suo lavoro è conosciuto specialmente per l’enfasi sul collegamento dei processi mente-corpo, includendovi gli aspetti relazionali e incoraggiando e supportando cambiamenti generativi.
A.E.R.F. - Association Europeenne pour la Recherche scientifique et la Formation – Via Bagetti n. 19/A – 10143 Torino – www.aerf.it
Tra le principali pubblicazioni di Stephen Gilligan:
- Therapeutic trances: the cooperation principle in Ericksonian psycotherapy;
- Brief therapy (with J. Zeig)
- Therapeutic conversation (with R. Price)
- The courage to love: principles and practices of self-relations psycotherapy;
- The legacy of Erickson
Il prezzo del Seminario è di € 100,00 oltre I.v.a. (Totale € 120,00)
Saranno applicati i seguenti sconti*:
* Gli sconti non sono cumulabili Sconto % Prezzo senza Iva Prezzo con IvaIscrizione entro il 14 settembre 30% € 70,00 € 84,00 Studenti 20% € 80,00 € 96,00 Gruppi di almeno 5 persone 20% € 80,00 € 96,00 Gruppi di almeno 2 persone 10% € 90,00 € 108,00
Acconto per l'iscrizione € 50,00 + Iva (Totale € 60,00)
da versare sul conto corrente:
Banca Sella c/c n° T2 00 36015988 0
intestato a: dottor Marco Chisotti (Presidente A.E.R.F.)
codice A.B.I. 3268 - codice C.A.B. 22300
causale: iscrizione Seminario S. Gilligan, Ph.D. del 18.01.2005
L’acconto sarà restituito solo nel caso in cui il Seminario sarà annullato o rinviato.
Ai partecipanti saranno consegnati l’attestato di partecipazione e le dispense del Seminario.
Resource People:
dottoressa Anna Balestra, Certified NLP Trainer (Sc, CA)
Interpreter: dottoressa Adriana Crosetto, Certified NLP Trainer (Sc, CA)
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a:
dottor Adriano Bilardi, Certified NLP Master Trainer e Hypnotherapist (NLP INTERNATIONAL ISI-CNV)
adriano.bilardi@tin.it
Cell. +39 335.5396141
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martedì, luglio 13, 2004

Cosa connette le nostre esperienze interiori, i sogni, con le nostre
esperienze esterne, le percezioni? Marco Chisotti

Cosa sarebbe il mondo intelligente (elaboratore) senza l¹ausilio dei sensi
(dati), ma cosa sarebbero i sensi senza l¹intelligenza?
Intelligenza e sensi sono uniti a filo doppio tanto da rendere profiqua la
domanda: ³In quale tipo di relazione intelligenza ed organi sensoriali
devono rimanere per garantire la normalità cognitivo-percettiva?²
Studiando l¹ipnosi si viene facilmente in contatto col mondo interno ed il
mondo esterno delle persone, ciò che colpisce è il modello del mondo e della
vita posseduto dagli individui, e da come questo varia proprio in funzione
di quanto il cervello elabori una realtà stabile più o meno in funzione di
elementi (dati) ricavati dal mondo esterno attraverso i sensi, si può essere
auto od etero diretti raccogliendo elementi ed elaborando gli stessi con
percentuali differenti.
Ogni esperienza è frutto di percezione sensoriale, memoria, elaborazione
intelligente, cognizioni pregresse, la risultante di questi elementi ci da
l¹esperienza, è dunque tutto legato dal rapporto tra mondo interno e mondo
esterno, quando l¹uno o l¹altro non sono all¹altezza abbiamo uno
sbilanciamento dell¹esperienza, troppo ³inventata² o troppo ³analizzata²,
come a dire, troppo legata al mondo fantastico o troppo collegata ai fatti,
in entrambi i casi le esperienze risultano poco ³umane².
Il mondo per come lo viviamo è in un sottile e continuo equilibrio tra un
immaginario, ciò che ci aspettiamo che il mondo sia e dati continuamente
raccolti dai sensi.
Ogni volta che percepiamo un esperienza lo facciamo in un equilibrio che si
genera tra il nostro mondo interno, la costruzione del mondo da parte del
nostro cervello attraverso la nostra intelligenza ed il mondo forgiato
attraverso una dominanza percettiva, a seconda che prevalga il mondo interno
o il mondo esterno avremo realtà differenti, nel caso di abbondanza
percettiva avremo un mondo facilmente condivisibile, ricco di elementi dove
si ha dovizia di particolari, al contrario ogni volta che domina il mondo
interiore avremo un mondo unico, molto creativo, nel senso specifico del
termine, vale a dire una realtà in prevalenza creata.
Credo che in futuro si darà sempre più importanza all¹analisi
dell¹equilibrio che si viene a generare dietro ad ogni esperienza in merito
alla relazione tra quanto dato dall¹esterno e quanto preso dall¹interno, in
quest¹equilibri ci sta la differenza che fa la differenza nelle esperienze.
Ogni persona ha una personale modalità con cui generare l¹esperienza più
qustà è auto diretta e più è esclusiva, irriproducibile, più è etero diretta
e più diviene facilmente condivisibile, nel normale stato di veglia si ha un
grande lavoro percettivo da parte del talamo che ³scannerizza la neo
corteccia² circa 80 volte al secondo, in uno stato di trance si scende a 40
cicli al secondo favorendo in tal modo la raccolta di elementi costruiti dal
cervello al suo interno, questa differenza varia durante alla giornata,
oltre che variare in periodi differenti della vita.
Nel lavoro clinico spesso ci si imbatte in problemi analoghi, anzi si può
dire che spesso i problemi sono proprio generati da un particolare
equilibrio tra mondo interno e mondo esterno, e dunque importante stabilire
il livello di creazione dell¹esperienza da parte della persona.
Da 8000 anni a questa parte l¹uomo con certezza scientifica possiede un
cervello pressoché identico nelle sue funzionalità, ciò che è enormemente
cambiato e continua a cambiarci, è il modo con cui percepiamo le esperienze,
la tecnologia ci ha portato a guardare, ascoltare, percepire oltre i limiti
dei nostri sensi, le spiegazioni e le conoscenze ci hanno proiettati in un
mondo estremamente complesso, ricco di elementi, un mondo così complesso
stenta ad essere elaborato da un cervello che si è mantenuto costante da
8000 anni a questa parte, ci vuole molto tempo perché il nostro cervello
possa capacitarsi di una tale mole di elementi, l¹equilibrio tra mondo
interno e mondo esterno è cambiato, così la nostra intelligenza si è
enormemente modificata nel tentativo di star dietro all¹²evoluzione²
percettiva.
Molte esperienze interne del lavoro del nostro cervello vengono ³proiettate²
all¹esterno attraverso esperienze diverse che ne richiamano la consistenza,
forse è da qui che l¹uomo ha sempre più accelerato la velocità in cui si
trova a vivere, come il tentativo di stare dietro alla straordinaria mole di
dati raccolti che devono essere elaborati sempre più velocemente per poterli
considerare nel maggior numero possibile.
Sono molte le distorsioni in cui incappiamo legate dall¹equilibrio che si
viene a creare in ogni momento a fronte di un lavoro differente tra
esperienze in prevalenza auto (create) o etero (percepite) esperite, il
mondo cambia quando lo si guarda con occhi freddi o con occhi appassionati,
ogni passione deforma il reale fino a renderlo ³umano², ogni esperienza
viene umanizzata, resa accettabile, e dunque spiegabile dal modo di sperare
di poterle percepire, in verità il mondo è un caso, come la vita d¹altronde,
a cui viene dato uno scopo, un fine, una spiegazione per poterlo percepire,
o meglio usufruire, la vita è vissuta solo nel momento che viene sognata ed
i sogno crea l¹incredibile per renderlo credibile, di li in poi l¹esperienza
viene accettata e dunque viene a far parte del mondo dell¹uomo.
E¹ affascinante vedere come il mondo viene forgiato dalla fantasia fino a
renderlo accettabile, continuamente tentiamo di trasformare il mondo per
rendercelo piacevole, quando non ci riesce di modificare il mondo in
funzione della nostra volontà viviamo una frustrazione e reagiamo con
l¹adattarci al mondo esterno, quando ciò ci riesce viviamo un momento
creativo modificando l¹ambiente in cui viviamo, l¹armonia ci è data
dall¹equilibrio che si viene a generare ogni volta che uniamo il mondo dei
dati col mondo dei sogni, tale equilibrio ci segue in tutta la nostra vita.



domenica, luglio 11, 2004

Noi siamo quel che è rimasto dopo le nostre scelte!

Marco Chisotti

E¹ forse questo il motivo per cui siamo portati ad imputare tanto peso al
passato, e non appagati, a ricercare in ipotetiche vite precedenti le
ragioni del nostro essere come siamo al nostro presente.
Ogni processo di conoscenza opera attraverso delle distinzioni, dunque
facendo delle scelte, ogni scelta si lascia qualcosa dietro, è un po¹ una
separazione quella che viviamo in ogni processo cognitivo.
I nostri valori, le nostre credenze, sono frutto di esperienza, rientrano
tra le nostre conoscenze, come ogni esperienza tendiamo a volerla mantenere
e riprodurre, cercando di applicarla come sistema di comprensione e
conoscenza per ogni nuova conoscenza. Per conoscere abbiamo bisogno di
modelli, senza modelli non siamo in grado di conoscere, i nostri modelli
sono la base delle nostre spiegazioni e conoscenze, tendenzialmente la
conoscenza è percepita come un¹addizione di fattori, la difficoltà al
cambiamento spesso sta in questi termini, non è aggiungendo che si arriva a
conoscere, ma costatando che i nostri vecchi modelli non sono in grado di
permetterci nuove conoscenze. Non si conosce nulla di nuovo senza la
modificazione dei modelli dai quali generiamo la nostra conoscenza.
Conoscere è cambiare, cambiare è lasciare, decidere, dividere, modificare la
metodologia dalla quale dipende la nostra esperienza. I modelli che
apprendiamo da bambini sono la base da cui partono le nostre conoscenze, la
nostra intelligenza si sviluppa partendo da questi, tutto può originare da
semplici matrici apprese da bambini, dalle quali si è poi sviluppato il
nostro mondo, le sue regole, le nostre conoscenze partono da come siamo
stati per farci diventare come saremo, infanzia ed adolescenza lasciano un
segno indelebile nell¹adulto, introducendolo in un flusso di potenzialità
che va ad accrescere l¹idea che abbiamo di noi, della nostra identità.

L¹ipnosi si deve imparare da bambini!

Portando l¹attenzione sui processi d¹apprendimento è bello notare come ogni
forma d¹apprendimento sia una specie di evoluzione per l¹individuo, la
crescita è un evoluzione e dunque è strettamente collegata
all¹apprendimento, fondamentale dunque pensare all¹apprendere come ad un
processo di adattamento, la crescita è di per sé un insieme di cambiamenti
adattativi dell¹individuo alla vita.
La trance ipnotica intesa come cambiamento dello stato mentale è la migliore
risposta di adattamento per l¹individuo, permette di apprendere, aprendo il
canale percettivo ed abbassando la critica.
Meglio però chiarire ulteriormente quale passaggio avviene nell¹individuo
che favorisce la risposta d¹adattamento, per fare questo utilizziamo
un¹esperienza molto comune, l¹innamoramento, possiamo definirlo in senso
lato come il cambiamento di uno stato mentale durante il quale la persona
dimostra la fissazione del proprio pensiero su di un idea, un progetto o più
comunemente una persona, atteggiamento questo che in linguaggio ipnotico
possiamo definire monoideismo.
Il vantaggio evolutivo allo sviluppo di un monoideismo da parte di una
persona è da attribuirsi alla possibilità di concentrare e mantenere per un
tempo sufficiente l¹attenzione e le proprie risorse in un'unica esperienza,
l¹innamoramento verso una persona, ad esempio, è un vero e proprio
cambiamento di stato mentale durante il quale la persona modifica
sostanzialmente la propria percezione dell¹altro, immagine che arriva
dall¹esterno, etero-diretta, con la sostituzione attraverso un immagine
elaborata dall¹interno, auto-diretta.
Una recente ricerca durata cinque anni, da parte di un gruppo di neuro
fisiologi britannici, mette in luce un particolare fenomeno a riguardo
dell¹esperienza dell¹innamoramento, avendo riscontrato un maggior numero di
incidenti tra persone innamorate rispetto a persone che vivono in un normale
stato mentale di veglia, hanno voluto indagare rispetto alle cause del
fenomeno, hanno così trovato che la persona innamorata tende a sostituire ad
esperienze esterne, etero-dirette, elementi o intere immagini elaborate
completamente dall¹interno, auto-dirette.
Utilizzando la PET, tomografia cerebrale ad emissione di positroni, hanno
infatti riscontrato una normale attività cerebrale sia nella zona occipitale
della neocorteccia, area visiva, ed un normale dialogo tra talamo e neo
corteccia, attività quest¹ultima che permette di confrontare il mondo
dell¹esperienza costruita dall¹interno, col mondo dell¹esperienza percepita
dall¹apparato percettivo esterno, nelle persone in normale stato mentale di
veglia, mentre al contrario tra le persone in stato d¹innamoramento è stata
riscontrata una maggiore attività di dialogo tra talamo ed ipotalamo,
operazione collegata ad una elaborazione dell¹immagine dall¹interno, a spese
di una minore attività tra talamo e neocorteccia e nell¹area imputata
all¹attività percettivo-visiva della neocorteccia occipitale.
Questa recente ricerca ci aiuta a comprendere quanto sia significativa
l¹esperienza visiva costruita in modo indipendente da parte del nostro
cervello, come noi processiamo una realtà attraverso l¹attività cerebrale,
influenzando totalmente il mondo percettivo attraverso l¹attività creativa
della nostra mente.
Sempre più marcata risulta l¹attività creativa del nostro cervello rispetto
agli elementi di realtà, condivisi con le altre persone; noi immaginiamo
prima di percepire ed influenziamo completamente ogni percezione attraverso
il mondo della relazione, con gli oggetti e con le persone, modificando con
le nostre aspettative ed i nostri desideri l¹intero mondo di realtà.
Difficile considerare il sottile diaframma che divide il sogno dalla realtà,
tanto che potrebbe risultare più semplice e corretto considerare la realtà
come un sogno condiviso con gli altri, l¹innamoramento è un sogno, nella
maggior parte dei casi, un amore condiviso tra due persone, un amore
permesso da un abbassamento della critica che ci porta un crescere
dell¹emozione ed un abbassamento della ragione, un adattamento reso
possibile da una sovrapposizione percettiva da parte di una percezione
interna (immagine, suono, sensazione) alle spese di elementi percettivi
esterni.
³Noi siamo continuamente influenzati dal modo in cui anticipiamo gli eventi²
(G.A. Kelly), se pensiamo alla nostra immagine del mondo, questa è prodotta
dal nostro cervello utilizzando tutti gli input percettivi che si trova a
possedere, ed usando al contempo i dati incamerati nella memoria e tutti gli
elementi collegati alle esperienze avute in precedenza. Pur portandoci
l¹idea di realtà condivisa, ogni nostra esperienza risente tantissimo di
come ci siamo immaginato quello che sarebbe potuta essere, da come
immaginiamo come sarà.
E¹ normale che ogni realizzazione umana passi attraverso due precise fasi,
la prima è il costruire un immagine, l¹immaginare una situazione ed i suoi
sviluppi, la seconda fase è collegata alla presa di coscienza o
consapevolezza della situazione. Non sempre però si è in grado di possedere
sufficienti esperienze da poter considerare l¹immagine e dunque la
conseguente consapevolezza, la fase preparatoria alla possibilità di
realizzare un¹esperienza è una fase particolare dal momento che l¹esperienza
ancora non sussiste deve essere inventata, per poterla attuare è necessario
fare finta che possa realizzarsi, questa ³finzione² permetterà di
immaginarsi l¹esperienza, rendersi consapevoli, fino a realizzarsi.
Il bambino conosce molto bene queste circostanze necessarie alla
realizzazione di qualunque esperienza, l¹adulto se né dimenticato, già
all¹età di due anni un bambino impara a far finta, è in grado di fare come
se fosse, da quel momento in poi il suo apprendimento accelera permettendo
grandi realizzazioni attraverso continui lavori di immedesimazione e ed
emulazione, fingersi per poter essere.
L¹intelligenza si sviluppa attraverso dei picchi discontinui, non si
accresce in un processo graduale, il bambino utilizza l¹intelligenza per
necessità, in base alle situazioni che si trova ad affrontare mette alla
prova la sua capacità di adattamento, accresce le sue capacità analitica,
attraverso la raccolta di dati sensoriali, ed elaborativa, sviluppando in un
primo tempo un intelligenza concreta, per poi arrivare ad affrontare lo
sviluppo dell¹intelligenza astratta, ipotetico deduttiva, qui si fissano le
basi del pensiero analitico, dei suoi sviluppi, dei limiti e delle
possibilità ad esso collegati.
Ogni comportamento è come collegato ad una sequenza di operazioni parte
delle quali sono analizzabili dal punto di vista della consapevolezza della
persona, fino ad arrivare a prevedere procedure e liste di comandi nelle
quali ogni persona è impegnata a dare la propria disponibilità se desidera
raggiungere la propria realizzazione.
Durante la maturazione e lo sviluppo dell¹intelligenza, al tentativo di
affermare la propria adattabilità seguono stili differenti di controllo
delle azioni, entro i quali le persone, allineando i propri pensieri,
gestiscono in modo differente il fluire della cognizione. Le esperienze che
portano adattamento vengono premiate, incoraggiate e memorizzate, durante la
vita della persona saranno mantenuti tutti i comportamenti allineati
all¹adattamento, e con essi il tentativo di mantenere stabile l¹esperienza
cognitiva ad essi collegati.
E¹ possibile notare come in ogni esperienza volta al raggiungimento di un
risultato, esistano cordate differenti di azioni a seconda delle culture di
riferimento, tali esperienze risultano più o meno semplificate rispetto ai
risultati desiderati. Lo sviluppo, l¹origine e l¹età delle lingue dimostrano
come siano differenti le strategie mentali volte all¹adattamento, e come
queste differenti metodologie incidano notevolmente sugli stili di vita, le
filosofie fino alle singole esperienze.
Fin da bambini si apprendono e memorizzano metodi, procedure e listati di
comandi, fin da bambini si apprende l¹ipnosi, si sviluppano stati mentali
che vengono mantenuti come riferimenti collegati alla vita stessa. Viene da
sé quanto sia importante tutto ciò che si lega alle esperienze durante le
fasi evolutive, le fasi di apprendimento, di ogni individuo in ogni momento
della vita, con specifico riferimento alle prime fasi di sviluppo
dell¹intelligenza concreta ed ipotetico deduttiva.
Sono queste le ragioni che mi spingono a pensare che lo strutturarsi
dell¹esperienza crea un insieme di limiti e possibilità per la persona che
nella complessità dell¹esperienza rimangono strettamente collegati tra loro,
rendendo impegnativo ogni tentativo di miglioramento delle proprie
possibilità a scapito dei limiti ad esse collegati.



sabato, luglio 10, 2004

E’ difficile trovare nuovi percorsi che possano soddisfare l’interesse e la curiosità di persone così intensamente stimolate come gli uomini dell’occidente, dalla stampa alla televisione, dalla radio ad internet siamo continuamente bombardati da potenziali stimoli, da novità, da diversità a cui difficilmente possiamo sottrarci. In particolare ciò che rende ancor più impegnativo il tentativo di “orientare” le persone non è tanto la diversità degli stimoli ricevuti, il problema sta nel numero di stimoli da vagliare nel tentativo di organizzare la propria esperienza.
Una delle principali necessità a cui siamo chiamati è il principio di coerenza, la nostra stessa “intenzionalità” si basa su questa opportunità, rimanere se stessi per poter decidere per sé, solo considerandoci nella nostra indentità possiamo metterci nella condizione di decidere, credere, strutturare una nostra organizzazione mentale capace di darci risposte.
Sicuramente si è aperto un grande immaginario mentale rispetto alle potenzialità della mente umana, oggi è possibile pensare e soddisfare realmente grandi desideri, superando il livello dei semplici bisogni, una grande libertà si prospetta ai nostri occhi. Tutto questo ha anche ingigantito la continua ricerca di nuovi scenari, l’immaginario mentale si stà arricchendo del nuovo che scaturisce da questi differenti scenari, i risultati di questa continua ricerca porta con sé il problema di non riuscire più a vivere il proprio presente o continuamente proiettati nel proprio futuro, o trattenuti da una continua ricerca del proprio passato storico, le nostre ipotetiche vite precedenti.
Il risultato di questo livello potenziale, in cui sono percepite le nostre abilità mentali, è lo sviluppo della nostra intelligenza ipotetico deduttiva in un contesto altamente astratto, in cui, sempre meno impegnati a soddisfare i nostri bisogni fisici, siamo sempre più liberi di sognare, il mondo “come se fosse” si eleva al massimo potenziale, nella vita spirituale ricerchiamo in fondo il limite a noi stessi, un limite che non si presta ad essere contestualizzato relativamente alla propria vita, come in fondo ogni buona morale pubblica ha tentato di fare in passato, l’immaginario mentale non accetta limiti perché non ha bisogno di misurarsi con alcun limite.
La psicologia ed in particolare la psicoterapia, dove il concetto di terapia è da intendersi come il prendersi cura, è uno degli strumenti più vicini a questo immaginario mentale, il counsellor impersona colui che aiuta a costruire relazioni col mondo esterno, il counsellor si dedica all’adattamento della vita alla vita in tutte le sue forme, consapevole che i problemi nascono da un difettoso programma di apprendimento.
L’apprendimento è legato al caricamento di quel programma di conoscenze che ci servirà in tutti i nostri futuri atteggiamenti intelligenti verso la vita, ma come per ogni sistema di adattamento intelligente sappiamo che il limite che corriamo nel convincerci dell’utilità di determinate esperienze è che rimaniamo intrisi delle stesse  regole del gioco che abbiamo costruito, indispensabili a rendere possibile il nostro sistema adattativo, tanto da non esser in grado di liberarci delle nostre stesse conoscenze, la tradizione un tempo e la conoscenza oggi ci obbligano continuamente a fare i conti con l’idea che abbiamo di noi stessi.
In questo processo non è semplice liberarsi dal fine per cui pensiamo di vivere, la vita stessa è osservabile solo nel momento in cui contestualizziamo in qualche modo la nostra osservazione, la vita è un complesso gioco di infiniti presupposti che si intrecciano gli uni con gli altri fino a dare un flusso alla vita stessa. Il tutto ne è la risultante, la risultante non ha arte ne parte, è un nudo fatto, e come tale va osservato in modo funzionale, in funzione di, ogni fatto per poter essere considerato va contestualizzato.

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Il mondo della psicoterapia visto dalla prospettiva dell’ipnosi costruttivista. Si può parlare di plagio nell’ambito delle esperienze umane?
Marco Chisotti
E’ forse possibile parlare di plagio nel mondo delle idee?
Nell’ambito musicale si sente parlare di plagio, spesso le melodie si assomigliano, molto spesso capita che vengano copiate o imitate esperienze musicali derivanti da altri senza dichiararne la legittima paternità.
 Nel mondo delle idee esistono le citazioni, nel caso siano riportate letteralmente le parole di altri autori, ma la stessa ricombinazione del pensiero si presta facilmente ad eludere le fonti dalle quali proveniva. Il mondo delle idee, come il mondo dei concetti, è un mondo complesso, così il mondo della terapia, spesso si trovano esperienze di cambiamento importate da contesti differenti.
Forse si volesse render merito ai primi “produttori” di idee e dunque di cambiamenti possibili si dovrebbe far riferimento ad antenati così lontani nella storia dell’uomo tanto da sconfinare oltre ad ogni possibile testimonianza storica, rendendo così indeterminabile tale riconoscimento.
Allo stesso modo si volesse riconoscere il merito ai primi psicoterapeuti nella storia dell’uomo si dovrebbe considerare l’ipnosi e la sua storia come primo punto di riferimento al combiamento.
Noi siamo convinti che si è partiti da esperienze ipnotiche nello studiare la natura psicologica dell’uomo, la sua coscienza, proprio per la natura bio fisiologica dell’esperienza.
Nel campo della psicoterapia si tornerà all’ipnosi nella ragione in cui ogni percorso terapeutico si differenzia per la sua struttura, portando a sfruttare contenuti e contesti differenti dell’esperienza umana, ma non può eludere l’organizzazione mentale dell’uomo, l’esperienza ipnotica lavora sull’organizzazione della mente, si dovesse cambiare tale organizzazione non si parlerebbe più di uomo per come lo conosciamo e lo descriviamo.
Con l’esperienza dell’ipnosi si viene a conoscere l’organizzazione dell’individuo, le quattro fasi della storia dell’ipnosi menzionano le tappe attraverso le quali si è potuto descrivere l’esperienza dell’uomo stesso in ogni sua manifestazione.
Magia e religione hanno segnato le prime fasi della nostra storia, e della storia dell’ipnosi, l’uomo si è evoluto sui principi della magia, attraverso particolari credenze e convinzioni, ha preso consapevolezza di sé e della sua identità con il credo religioso, considerando come vivere fino dare un fine alla propria vita attraverso la fede, nella storia dell’ipnosi si ritrovano simboli, segni, tecniche che richiamano tale momento storico.
Magia ed alchimia hanno poi lasciato il posto al modello scientifico, più strutturato e maggiormente condiviso, facilmente verificabile e replicabile, studiando gli effetti e le cause delle esperienze il modello scientifico ha dato l’avvio alla ricerca sistematica ed alla conoscenza strutturata della vita, la fase magneto fluidica della storia dell’ipnosi scopre l’influsso e la “forza” della presenza e del contatto tra terapeuta e paziente, noi oggi ci portiamo appresso tali esperienze ed il loro formidabile effetto nell’idea stessa della cura terapeutica.
 La fase psicologica nella storia dell’ipnosi, come nella storia umana, ha permesso di conoscere e sviluppare l’idea di individuo e le potenzialità della mente nell’individuo, permettendo lo sviluppo di una “coscienza laica”  dell’uomo, al contempo con la nascita della psicoanalisi si è cominciato a parlare di inconscio nell’individuo, sviluppando un pensiero complesso ed articolato attorno alle esperienze ipnotiche.
Essendo poi l’ipnosi prevalentemente un esperienza di tipo biologico, ritroviamo nella fase fisiologica dell’ipnosi un grande sviluppo ed un intenso proliferare di modelli esplicativi sulla natura del comportamento, sulla motivazione umana, sulla consapevolezza delle nostre esperienze, lo studio delle neuroscienze hanno oggi permesso di certificare l’esistenza dell’ipnosi, fono a poco tempo fa unicamente ipotizzata,  solo ora si può riscontrare il parallelismo tra gli studi sulla natura umana e la storia dell’ipnosi, e questa constatazione la si può rilevare in ogni manifestazione dell’esperienza ipnotica.
A questo punto si può convenire nel pensare che la storia delle psicoterapie si sia intrecciata con le esperienze dell’ipnosi in momenti in cui l’ipnosi non era considerata, o meglio non si conosceva la sua esistenza, tanto che tutti i principali modelli psicoterapeutici conosciuti hanno pochi se non nulli riferimenti alle cause del funzionamento dell’intervento psicoterapico, si è proceduto per prova ed errore, considerando a monte dell’operato della terapia la cosidetta black box, il cervello umano come la scatola nera entro la quale non è possibile andare.
E’ dunque particolare il quadro che emerge dagli studi delle neuroscienze, le ultime considerazioni sul lavoro del cervello.