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domenica, luglio 11, 2004

Noi siamo quel che è rimasto dopo le nostre scelte!

Marco Chisotti

E¹ forse questo il motivo per cui siamo portati ad imputare tanto peso al
passato, e non appagati, a ricercare in ipotetiche vite precedenti le
ragioni del nostro essere come siamo al nostro presente.
Ogni processo di conoscenza opera attraverso delle distinzioni, dunque
facendo delle scelte, ogni scelta si lascia qualcosa dietro, è un po¹ una
separazione quella che viviamo in ogni processo cognitivo.
I nostri valori, le nostre credenze, sono frutto di esperienza, rientrano
tra le nostre conoscenze, come ogni esperienza tendiamo a volerla mantenere
e riprodurre, cercando di applicarla come sistema di comprensione e
conoscenza per ogni nuova conoscenza. Per conoscere abbiamo bisogno di
modelli, senza modelli non siamo in grado di conoscere, i nostri modelli
sono la base delle nostre spiegazioni e conoscenze, tendenzialmente la
conoscenza è percepita come un¹addizione di fattori, la difficoltà al
cambiamento spesso sta in questi termini, non è aggiungendo che si arriva a
conoscere, ma costatando che i nostri vecchi modelli non sono in grado di
permetterci nuove conoscenze. Non si conosce nulla di nuovo senza la
modificazione dei modelli dai quali generiamo la nostra conoscenza.
Conoscere è cambiare, cambiare è lasciare, decidere, dividere, modificare la
metodologia dalla quale dipende la nostra esperienza. I modelli che
apprendiamo da bambini sono la base da cui partono le nostre conoscenze, la
nostra intelligenza si sviluppa partendo da questi, tutto può originare da
semplici matrici apprese da bambini, dalle quali si è poi sviluppato il
nostro mondo, le sue regole, le nostre conoscenze partono da come siamo
stati per farci diventare come saremo, infanzia ed adolescenza lasciano un
segno indelebile nell¹adulto, introducendolo in un flusso di potenzialità
che va ad accrescere l¹idea che abbiamo di noi, della nostra identità.

L¹ipnosi si deve imparare da bambini!

Portando l¹attenzione sui processi d¹apprendimento è bello notare come ogni
forma d¹apprendimento sia una specie di evoluzione per l¹individuo, la
crescita è un evoluzione e dunque è strettamente collegata
all¹apprendimento, fondamentale dunque pensare all¹apprendere come ad un
processo di adattamento, la crescita è di per sé un insieme di cambiamenti
adattativi dell¹individuo alla vita.
La trance ipnotica intesa come cambiamento dello stato mentale è la migliore
risposta di adattamento per l¹individuo, permette di apprendere, aprendo il
canale percettivo ed abbassando la critica.
Meglio però chiarire ulteriormente quale passaggio avviene nell¹individuo
che favorisce la risposta d¹adattamento, per fare questo utilizziamo
un¹esperienza molto comune, l¹innamoramento, possiamo definirlo in senso
lato come il cambiamento di uno stato mentale durante il quale la persona
dimostra la fissazione del proprio pensiero su di un idea, un progetto o più
comunemente una persona, atteggiamento questo che in linguaggio ipnotico
possiamo definire monoideismo.
Il vantaggio evolutivo allo sviluppo di un monoideismo da parte di una
persona è da attribuirsi alla possibilità di concentrare e mantenere per un
tempo sufficiente l¹attenzione e le proprie risorse in un'unica esperienza,
l¹innamoramento verso una persona, ad esempio, è un vero e proprio
cambiamento di stato mentale durante il quale la persona modifica
sostanzialmente la propria percezione dell¹altro, immagine che arriva
dall¹esterno, etero-diretta, con la sostituzione attraverso un immagine
elaborata dall¹interno, auto-diretta.
Una recente ricerca durata cinque anni, da parte di un gruppo di neuro
fisiologi britannici, mette in luce un particolare fenomeno a riguardo
dell¹esperienza dell¹innamoramento, avendo riscontrato un maggior numero di
incidenti tra persone innamorate rispetto a persone che vivono in un normale
stato mentale di veglia, hanno voluto indagare rispetto alle cause del
fenomeno, hanno così trovato che la persona innamorata tende a sostituire ad
esperienze esterne, etero-dirette, elementi o intere immagini elaborate
completamente dall¹interno, auto-dirette.
Utilizzando la PET, tomografia cerebrale ad emissione di positroni, hanno
infatti riscontrato una normale attività cerebrale sia nella zona occipitale
della neocorteccia, area visiva, ed un normale dialogo tra talamo e neo
corteccia, attività quest¹ultima che permette di confrontare il mondo
dell¹esperienza costruita dall¹interno, col mondo dell¹esperienza percepita
dall¹apparato percettivo esterno, nelle persone in normale stato mentale di
veglia, mentre al contrario tra le persone in stato d¹innamoramento è stata
riscontrata una maggiore attività di dialogo tra talamo ed ipotalamo,
operazione collegata ad una elaborazione dell¹immagine dall¹interno, a spese
di una minore attività tra talamo e neocorteccia e nell¹area imputata
all¹attività percettivo-visiva della neocorteccia occipitale.
Questa recente ricerca ci aiuta a comprendere quanto sia significativa
l¹esperienza visiva costruita in modo indipendente da parte del nostro
cervello, come noi processiamo una realtà attraverso l¹attività cerebrale,
influenzando totalmente il mondo percettivo attraverso l¹attività creativa
della nostra mente.
Sempre più marcata risulta l¹attività creativa del nostro cervello rispetto
agli elementi di realtà, condivisi con le altre persone; noi immaginiamo
prima di percepire ed influenziamo completamente ogni percezione attraverso
il mondo della relazione, con gli oggetti e con le persone, modificando con
le nostre aspettative ed i nostri desideri l¹intero mondo di realtà.
Difficile considerare il sottile diaframma che divide il sogno dalla realtà,
tanto che potrebbe risultare più semplice e corretto considerare la realtà
come un sogno condiviso con gli altri, l¹innamoramento è un sogno, nella
maggior parte dei casi, un amore condiviso tra due persone, un amore
permesso da un abbassamento della critica che ci porta un crescere
dell¹emozione ed un abbassamento della ragione, un adattamento reso
possibile da una sovrapposizione percettiva da parte di una percezione
interna (immagine, suono, sensazione) alle spese di elementi percettivi
esterni.
³Noi siamo continuamente influenzati dal modo in cui anticipiamo gli eventi²
(G.A. Kelly), se pensiamo alla nostra immagine del mondo, questa è prodotta
dal nostro cervello utilizzando tutti gli input percettivi che si trova a
possedere, ed usando al contempo i dati incamerati nella memoria e tutti gli
elementi collegati alle esperienze avute in precedenza. Pur portandoci
l¹idea di realtà condivisa, ogni nostra esperienza risente tantissimo di
come ci siamo immaginato quello che sarebbe potuta essere, da come
immaginiamo come sarà.
E¹ normale che ogni realizzazione umana passi attraverso due precise fasi,
la prima è il costruire un immagine, l¹immaginare una situazione ed i suoi
sviluppi, la seconda fase è collegata alla presa di coscienza o
consapevolezza della situazione. Non sempre però si è in grado di possedere
sufficienti esperienze da poter considerare l¹immagine e dunque la
conseguente consapevolezza, la fase preparatoria alla possibilità di
realizzare un¹esperienza è una fase particolare dal momento che l¹esperienza
ancora non sussiste deve essere inventata, per poterla attuare è necessario
fare finta che possa realizzarsi, questa ³finzione² permetterà di
immaginarsi l¹esperienza, rendersi consapevoli, fino a realizzarsi.
Il bambino conosce molto bene queste circostanze necessarie alla
realizzazione di qualunque esperienza, l¹adulto se né dimenticato, già
all¹età di due anni un bambino impara a far finta, è in grado di fare come
se fosse, da quel momento in poi il suo apprendimento accelera permettendo
grandi realizzazioni attraverso continui lavori di immedesimazione e ed
emulazione, fingersi per poter essere.
L¹intelligenza si sviluppa attraverso dei picchi discontinui, non si
accresce in un processo graduale, il bambino utilizza l¹intelligenza per
necessità, in base alle situazioni che si trova ad affrontare mette alla
prova la sua capacità di adattamento, accresce le sue capacità analitica,
attraverso la raccolta di dati sensoriali, ed elaborativa, sviluppando in un
primo tempo un intelligenza concreta, per poi arrivare ad affrontare lo
sviluppo dell¹intelligenza astratta, ipotetico deduttiva, qui si fissano le
basi del pensiero analitico, dei suoi sviluppi, dei limiti e delle
possibilità ad esso collegati.
Ogni comportamento è come collegato ad una sequenza di operazioni parte
delle quali sono analizzabili dal punto di vista della consapevolezza della
persona, fino ad arrivare a prevedere procedure e liste di comandi nelle
quali ogni persona è impegnata a dare la propria disponibilità se desidera
raggiungere la propria realizzazione.
Durante la maturazione e lo sviluppo dell¹intelligenza, al tentativo di
affermare la propria adattabilità seguono stili differenti di controllo
delle azioni, entro i quali le persone, allineando i propri pensieri,
gestiscono in modo differente il fluire della cognizione. Le esperienze che
portano adattamento vengono premiate, incoraggiate e memorizzate, durante la
vita della persona saranno mantenuti tutti i comportamenti allineati
all¹adattamento, e con essi il tentativo di mantenere stabile l¹esperienza
cognitiva ad essi collegati.
E¹ possibile notare come in ogni esperienza volta al raggiungimento di un
risultato, esistano cordate differenti di azioni a seconda delle culture di
riferimento, tali esperienze risultano più o meno semplificate rispetto ai
risultati desiderati. Lo sviluppo, l¹origine e l¹età delle lingue dimostrano
come siano differenti le strategie mentali volte all¹adattamento, e come
queste differenti metodologie incidano notevolmente sugli stili di vita, le
filosofie fino alle singole esperienze.
Fin da bambini si apprendono e memorizzano metodi, procedure e listati di
comandi, fin da bambini si apprende l¹ipnosi, si sviluppano stati mentali
che vengono mantenuti come riferimenti collegati alla vita stessa. Viene da
sé quanto sia importante tutto ciò che si lega alle esperienze durante le
fasi evolutive, le fasi di apprendimento, di ogni individuo in ogni momento
della vita, con specifico riferimento alle prime fasi di sviluppo
dell¹intelligenza concreta ed ipotetico deduttiva.
Sono queste le ragioni che mi spingono a pensare che lo strutturarsi
dell¹esperienza crea un insieme di limiti e possibilità per la persona che
nella complessità dell¹esperienza rimangono strettamente collegati tra loro,
rendendo impegnativo ogni tentativo di miglioramento delle proprie
possibilità a scapito dei limiti ad esse collegati.



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