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lunedì, giugno 01, 2015

Gutta cavat lapidem. La goccia scava la roccia. Marco Chisotti.

Gutta cavat lapidem.
La goccia scava la roccia.
Marco Chisotti.
Così fan tutte le convinzioni.
Non siamo forse intrisi del senso dello scopo del destino del fato .....
In fondo a pensarci bene ed a sentir quanti dicono che non ci si può sottrarre al proprio destino alla fine te ne convinci, è proprio così ora ci credo, son convinto esista ma credo anche al caso è qui la spiegazione che mette d'accordo tutti.
Quando venne inventata l'automobile non venne contemplato lì per lì l'incidente, avvenne solo alcuni anni dopo e fu casuale e nessuno lo voleva, nessuno lo precise ma da lì insorsero molti destini.
Per ogni incidente vien facile parlar di destino ma alla fine m'accorgo che è un caso che si parli di destino perché il destino ed il caso son stranamente simili.
Entrambi si intendono di storie, vivono nelle storie ed alimentano le storie, non è un caso dunque parlar di destino!
Alle volte vien prima l'uno alle volte prima l'altro, alle volte è vero l'uno altre volte l'altro.
Penso sia sempre un problema di convinzioni che come "Gutta cavat lapidem" segnano un solco nella nostra mente, segnando casualmente i nostri destini.
Ma la vita dunque cos'è?
Quella cosa che ci succede mentre siamo impegnati in qualcos'altro?
La vita che stimo vivendo è il nostro destino o noi siamo comparse di un destino altrui?
Difficile metter i puntini dopo che qualcosa è avvenuto, impossibile farlo prima se sa sporcarsi del caso.
Buona parte del nostro tempo lo passiamo a far accettare un pensiero a noi stessi o agli altri, buana parte della vita la passiamo cercando spiegazioni per calmare quella parte di noi che ci protegge dall'accettare le spiegazioni altrui.
Il destino esiste ed è il tuo solo che è postumo al caso che è sempre un destino ma la cui punteggiatura diverge dalla tua.
La goccia è il destino che scava la roccia che è il caso ed ogni cosa col tempo diventa per il genere umano un destino.
Le cose capitano e se non ci dai importanza tutto finisce lì, ma se solo ci pensi allora il pensiero, ed il mondo delle idee naviga e viaggi lontano nel tempo e nello spazio, il tempo cambia il caso in un destino, allora all'alba del tempo tutto era un caso, tutto era innocente e puro, poi, poco alla volta, tutto è stato "sporcato" dal destino ora non si può più resistere al destino.
Per caso ora vi lascio al vostro destino, un giorno si dirà che non fu il caso ad orientar il destino, bensì il contrario e come la gutta cavat lapidem un solco profondo ora da un senso al nostro pensiero che prende un fine ed uno scopo sempre più preciso a fissare il senso compiuto della nostra vita.
Dal canto mio torno allora a pensare in modo semplice tanto per non farmi del male inutilmente, la vita è semplice.
Si nasce, e nessuno ne può nulla tanto meno chi ne nasce, qualcuno ci vede un destino, qualcun'altra un caso.
Si cresce, e sembra inevitabile che in qualche modo si cresca, e anche se vien facile pensare che avvenga "quasi" per caso, spesso si cresce nel proprio destino.
Si vive e qui ha probabilmente senso pensare al destino tanto per non buttar ogni cosa alle ortiche, ma troppe volte la vita è così complessa nella sua storia da sembrar più casuale che altro.
Si muore e tutto torna al caso quasi a voler completare un chiaro destino.

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