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venerdì, agosto 21, 2009

Bisogni e motivazioni.

Oltre ai bsogni fisiologici (come aria, fame, sete, ambiente ecc.),
che vanno soddisfatti per la spravvivenza, esistono molti altri
bisogni che vanno a legarsi alla conoscenza degli individui, la
quantità di bisogni è strettamente legata alla conoscenza. Gli stessi
bisogni fisiologici divengono altamente interpretabili, la quantità e
la qualità del cibo e delle bevande che necessita una persona è
veramente personale, difficile stabilirne i confini, si può dire che
senza non si sopravvive. Il certi luoghi son rarefatti certi
componenti, o sovrabbondano tanto da rendere la vita stessa biologica
estremamente vulnerabile. Ma andando oltre al livello base vediamo in
fondo cosa cercano nella loro vita le persone.
Uno dei bisogni che si ritrova facilmente nelle persone è il bisogno
di sicurezza e protezione, è facile vedere che le persone sviluppano
più fortemente tale bisogno se hanno avuto esperienze negative a
proposito nella loro infanzia, la conoscenza dunque amplifica un
bisogno per esperienza. Dalla protezione e sicurezza si ottiene anche
il senso di riconoscimento, proteggo con amore ed attenzione,
implicitamente riconosco la persona. Naturalmente è facile perdere i
confini di tale bisogno, nel sentirmi minacciato nella mia sicurezza
posso facilmente eccedere in un comportamento che passa da difesa a
offesa, è dunque difficile stabilire criteri, il tutto torna ad essere
un problema di esperienze, conoscenza e cultura presente nel contesto.
Alla protezione e sicurezza segue un altro bisogno presente in ogni
persona, sempre considerando la propria esperienza e cultura di
riferimento, il bisogno di appartenenza (affetto, identificazione), si
può intuire quanto sia legato al bisogno di protezione, si sa anche
che allontanarsi, anche solo per diverse opinioni, dal proprio gruppo
di riferimento ci fa sentire a disagio, noi cerchiamo costantemente
l'assonanza cognitiva con gli altri, è impegnativo reggere la
dissonanza cognitiva dagli altri.
Fenomeni come la moda, la tendenza, rivelano un forte bisogno negli
individui di uniformarsi al senso comune, al contrario si prova in
forte senso di inadeguatezza in molte circostanze in cui ci
allontaniamo dalla cultura e conoscenza del gruppo.
Le persone hanno poi bisogno di stima, prestigio e successo, la
stima degli altri ci permette di rimanere a contatto con le esigenze
collettive, successo e prestigio arricchiscono la nostra identità, son
un forte stimolo a proseguire di una strada anche quando questa si
presenta con grandi difficoltà. Anche questa esperienza risulta
dipendere dalle esperienze avute che si son tradotte in conoscenza
fino ad orientarci.
La naturale continuazione del bisogno di stima e riconoscimento è il
bisogno di realizzazione di sé, realizzando la propria identità e le
proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo
sociale noi completiamo la catena di appagamenti che ci motivano. Qui
possiamo annoverare anche il bisogno d'essere protagonisti della e
nella vita.
Penso sia importante aggiungere a questo insieme di bisogni,
conosciuti come la catena dei bisogni di Maslow, alcuni altri che
contribuiscono in gran misura al nostro comportamento.
Naturalmente ognuno di questi bisogni per quantità e qualità attinge
alla propria cultura di riferimento.
Il bisogno d'amare e prendersi cura degli altri (amare, dedicarsi,
curare, crescere, accudire.
Il bisogno di conoscere, capire, scoprire, esser curiosi, soddisfare i
perché ed i come. Il bisogno di procreare, dare vita ad un essere in
cui riconoscerci.
Sento dal mio personale punto di vista che esiste un bisogno di
libertà ed indipendenza, molto importante, sia di tipo materiale che a
carattere spirituale. A tale proposito c'è bisogno di sacro e di
mistero, difficile quantificare e qualificare tale esperienza, la si
comprende e la si vive a livello personale.
L'orientanento, la decisione, la motivazione, la volontà si alimentano
tutti dalla nostra conoscenza che porta con se, in parti differenti,
ognuno dei bisogni in cui abbiamo potuto riconoscerci.


Dr. Marco Chisotti
Psicologo Psicoterapeuta
Ipnosi Terapeuta
Cell. 3356875991
http://www.chisotti.com

Inviato da iPod

martedì, agosto 18, 2009

Le vie dell'ipnosi.

Le vie dell'ipnosi.
Nel rispondere ad una persona entusiasta dell'ipnosi che domandava
come poter accedere alla nostra scuola di Ipnosi, mi è tornato in
mente il mio entusiasmo e la mia passione nello studiare il
comportamento umano, la strada dell'ipnosi è probabilmente la strada
del futuro per chi si interessa di relazioni d'aiuto. Si parte con la
curiosità poi si approfondiscono i temi fino a farsi un idea
direttamente sul campo di ciò che può servire ad una persona, non
condivido appieno il bisogno di teorizzare un intervento terapeutico
in ipnosi regressiva come fanno certi miei colleghi come Angelo Bona,
e il famoso Brian Weiss, giustamente hanno incuriosito e strappato il
plauso, divulgando la pratica dell'ipnosi regressiva, ma la terapia
ipnotica viaggia molto spesso nella complessità della mente umana ed
ha bisogno di essere espletata nel rispetto di tale complessità e non
banalizzando con ipotesi interpretative, se non che arrivino
direttamente dal soggetto interessato che facendosi una sua personale
visione dei fatti riesce a darsi una ragione del suo vissuto e questo
gli serve a trovare una nuova strada. In terapia non è vero ciò che
è vero, ma ciò che viene creduto tale, le credenze, le convinzioni,
son loro a "vincere" sulle ipotesi e le teorie, anche quelle
scientifiche, così aiutare una persona non vuol dire persuaderla o
convincerla di qualcosa, come era dedita fare la teoria
psicoanallitica, creando una dipendenza cronica dal terapeuta, vuol
dire piuttosto approfondire e conoscere il suo mondo per restituirielo
riequilibrato, arricchito ed in parte cambiato, nel rispetto della
complessità della vita e del suo personale sistema di riferimento.
Come dice molto bene Zeig, studioso della terapia ipnotico
Ericsoniana, ed autore dell'idea che la terapia è un arte più che una
teoria, e le tecniche sono per lo più una carta da regalo, molto
utile, con cui presentare la nostra competenza, e coinvolgere
emotivente le persone. Ogni processo terapeutico ha bisogno di un
intenzione che orienta il processo stesso. Ogni terapeuta ha bisogno
di tre forse quattro fedi personali:
La prima fede è credere che se avessimo il problema che la persona ci
porta potremmo risolverlo.
La fede numero due è credere che la persona ha una risorsa nella sua
vita che può essere tirata fuori ed utilizzata, credendo alle risorse
della persona e non ai suoi limiti.
Fede numero tre utilizzare tutto ciò che il soggetto mi porta.
La quarta fede è la fede che posso inventarmi sul momento, si possono
avere tanti modelli operativi ma un buon terapeuta, inteso come
persona che si interessa di relazioni d'aiuto, deve sapersi inventare.
L'ipnosi è e ci chiede d'essere tutto questo.
La mia personale idea è che ogni seduta terapeutica sia come un
momento a se dove si vivono in modo diretto esperienza ed emozioni, ed
è questo alternarsi in momenti esperienziali di momenti emotivi e
cognitivi che apre la strada al cambiamento in termini di riequilibrio
come di ristrutturazione.
La terapia episodico esperienziale è a tutti gli effetti l'idea che
rende meglio l'intervento con l'ipnosi.

Dr. Marco Chisotti
Psicologo Psicoterapeuta
Ipnosi Terapeuta
Cell. 3356875991
http://www.chisotti.com
Inviato da iPod


Processi attivi del pensare.

Il perché si plasma con facilità, ad ogni esperienza che facciamo con
facilità troviamo una spiegazione, la nostra intelligenza ha un
intrinseco bisogno di finalizzare ogni nostro operato.
Il senso della vita lo si raccoglie quotidianamente si costituisce
attraverso l'esperienza, noi impariamo, consciamo attraverso le nostre
esperienze, facendo esperienza abbiamo costruito il mondo in cui
viviamo, la mappa di questo mondo non è altro che la nostra conoscenza.
Conoscere è vivere, quello che possiamo vedere è parte della nostra
conoscenza che si incrocia e tesse il nuovo intorno a noi. La
conoscenza è la nostra vita, percepiamo, riconosciamo ed utilizziamo
ogni cosa attraverso la forza del nostro conoscere, tanto che non ci
poniamo tante domande in merito, ci lasciamo guidare dalla conoscenza
che guida a sua volta i nostri sensi che guidano la nostra esperienza.
Se il Sè, la nostra identità è possibile considerarla in
un'entità di relazione, non può trovare un suo spazio negli oggetti
dell'esperienza, l'identità o meglio semplicitamrnte il nostro
essere, è un esperienza che non si ferma, è un divenire facendo, la
consapevolezza di ciò che siano e di ciò che facciamo.
La nostra identità non risiede nel cuore, come pensava Aristotele, e
neanche nel cervello, come siamo propensi a pensare al giorno d'oggi,
è nella relazione che siamo ed in cui esistiamo.
Non risiede completamente in alcun luogo, ma si manifesta prettamente
nella continuità della nostra attività di differenziazione e
relazione, nonchè nell'intuitiva certezza o consapevolezza che la
nostra esperienza sia veramente nostra, che siamo noi a vivere ed a
provare ciò che siamo e che viviamo.
Quando si parla ad una persona si danno per scontate tante cose a
partire dall'identificarsi in se stessi, divenendo una parte
dell'esperienza, l'altra parte è intuitivamente frutto dell'esperienza
dell'altro che diamo per scontata.
Il più delle volte la nostra conversazione cammina per suo conto
sostenuta da un unica idea logica di riferimento, il senso comune
condiviso. Abbiamo bisogno di identificarci quando un ragionamento non
risulta più condiviso, bensì si genera, meglio si crea un nuovo
significato.
Il nostro cervello ripete in modo economico ciò che conosce, ma così
facendo si preclude il nuovo, la novità ha bisogno dell'identità
senza la quale non potrebbe esistere. Noi praticamente esistiamo
consapevolmente solo in un atto creativo, quando generiamo il nuovo.
Nell'esperienza dell'ipnosi noi attiviamo un processo creativo di
generazione di significato, senza per questo conoscere il senso di
quello che andiamo a vivere, vivendo uno stato di trance ci lasciamo
guidare da una persona che possiede un suo stato di coscienza e che
conduce l'esperienza per noi, in tal modo seguiamo una logica esterna
alla nostra che dà un senso ed un fine alla nostra esperienza. Non
filtrando in modo consapevole l'esperienza non siamo soggetti alla
nostra conoscenza che ci obbliga, siamo "obbligati" dalla conoscenza
dell'altro, dunque portati a vivere il nuovo. In tal senso abbiamo a
disposizione quotidianamente un certo numero di cellule staminali
indifferenziate, nel nostro cervello, che utilizziamo per ampliare
l'area del cervello interessata alla nuova esperienza. Forse si può
dire che viviamo costantemente in attesa di confermarci nella nostra
identità, ma ci identifichiamo consapevolmente solo quando abbiamo
nuove esperienze. La nostra intelligenza, come processo identificativo
di noi stessi, ha costantemente bisogno di nuovo identificarsi in un
sè diverso per potersi identificare.
Ci attirano le esperienze che non possiamo conoscere, quelle che non
possiamo prevedere, ci attirano le esperienze che chiedono alla nostra
intelligenza di potersi impegnare.

Dr. Marco Chisotti
Psicologo Psicoterapeuta
Ipnosi Terapeuta
Cell. 3356875991
http://www.chisotti.com

Inviato da iPod

venerdì, agosto 14, 2009

Costruttivismo scelte di vita e terapia mediante l'ipnosi.

La vita umana è un continuo susseguirai di scelte e decisioni che ci
orientano e condizionano continuamente, ma con quale metro procediamo
nella vita, cosa ci guida nelle nostre scelte?
Heinz von Glasersfield, studioso della comunicazione uomo-animale, e
della traduzione meccanica ha sviluppato il suo modello di
costruttivismo radicale secondo il quale si deve rinunciare
all'ontologia. Contesta l'idea che la conoscenza umana debba
perseguire una rappresentazione vera ed oggettiva di un mondo già
esistente "in sé" poiché per dimostrare una tale verità sarebbe
necessario confrontare ogni conoscenza con quella parte della realtà
che essa dovrebbe rappresentare, cosa non possibile poiché per fare
questo confronto, si dovrebbe conoscere la realtà così com'era
prima di passare attraverso le operazioni del soggetto osservatore, in
altre parole si richiederebbe un confronto tra una cosa che si conosce
ed un'altra che non è conoscibile. Egli è convinto, ed io con lui,
che i concetti che adoperiamo per "maneggiare" il mondo della nostra
esperienza, siano il risultato della nostra attività costruttiva, nel
corso della quale applichiamo una selezione negativa (principio di
viabilità), eliminando tutto quello che non serve o non funziona, in
modo che ciò che rimane alla fine risulti adatto, adoperabile o come
egli preferisce dire "viabile", cioè percorribile.
Le scelte nella vita dunque passerebbero dal setaccio dell'utilità e
della fattibilità fino a dare spazio ad una scelta utile al soggetto e
percorribile.
La vita è un processo cognitivo: vivere significa conoscere e
conoscere significa vivere. È attraverso il processo cognitivo, che
nasce dall'esperienza individuale, che ogni essere vivente genera il
proprio mondo. L'esperienza vissuta è il punto di partenza di ogni
conoscenza e l'uomo compie le proprie esperienze attraverso il
proprio corpo avente struttura determinata. Soggetti diversi
rispondono in maniera diversa ad uno stesso stimolo e la risposta sarà
determinata dal modo in cui l'osservatore è strutturato. È la
struttura dell'osservatore che determina come esso si comporterà e
non l'informazione ricevuta. L'informazione in sé non ha esistenza
o significato se non quello che le attribuisce il sistema con cui
interagisce, perciò l'informazione non può avere un'esistenza
oggettiva e poiché il principio di oggettività è intrinseco al
significato convenzionale del termine informazione, si conclude che
non esiste l'informazione
In tal senso è arbitrario distinguere il soggetto dalla sua vita, ogni
soggetto vive attraverso una continua relazione tra se e il resto,
trovando via via la strada più " viabile " rispetto alle sue esigenze,
non potendo prescindere dalla propria struttura interna, da come siamo
fatti.
Nella terapia si assiste ad un fenomeno riorganizzativo, in
particolare con l'uso dell'ipnosi il soggetto accetta di usare un
approccio creativo al pensiero, le nuove esperienze conseguenti a
questo approccio creativo rendono possibile una nuova relazione col
mondo e la vita, cambiando sostanzialmente l'approccio cambia l'intero
processo di adattamento.
Credo sostanzialmente che la vita venga affrontata attraverso il suo
aspetto viabile, noi percepiamo, dunque riconosciamo ed utilizziamo
contemporaneamente in ogni processo cognitivo.
Nel momento che la nostra mappa adattativa non ci permette di
adattarci alla vita, abbiamo bisogno di un nuovo processo adattativo,
un processo creativo, che ci permetta di farlo. L'intelligenza è
strettamente legata al processo creativo, l'intelligenza crea per noi
una nuova realtà e la mantiene stabile, e questo vien fatto
continuamente ma la nostra coscienza non controlla, o possiede, la
struttura mentale, ne possiede soltanto l'usofrutto, noi non siamo i
possessori del nostro cervello, noi viviamo unicamente del suo
usofrutto.
Usare l'ipnosi vuol dire avanzare un processo creativo che modifica la
relazione che abbiamo col mondo, vien da se che qualunque approccio
nuovo, dunque creativo, va favorito in un processo di cambiamento fino
a raggiungere un nuovo equilibrio.
Si perturba il sistema fino ad ottenere una nuova mappa viabile,
percorribile, per il soggetto.
Qui l'essenza dell'approccio Ipnotico Costruttivista.


Dr. Marco Chisotti
Psicologo Psicoterapeuta
Ipnosi Terapeuta
Cell. 3356875991
http://www.chisotti.com

Inviato da iPod

martedì, agosto 11, 2009

Ipnosi e contorni.

Nessuna tecnica o disciplina scientifica ha impiegato così tanto tempo
come l'ipnosi a liberarsi dalle connotazioni magiche che ne limitavano
l'utilizzo e la confinavano alle competenze di pochi sedicenti
specialisti.
In epoca moderna, spogliata da ogni orpello di superstizione, é
possibile vedere l'ipnosi nelle sue varie forme, con un occhio nuovo,
restituendogli quel ruolo fondamentale nella gestione dei rapporti
interpersonali e delle dinamiche comunicative di massa.
Nella storia dell'ipnosi Mesmer, Charcot, Jung, Schultz, Erickson,
Granone, furono i principali studiosi dell'ipnosi, ma altri personaggi
indirettamente coi loro studi e le considerazioni in merito al
costruttivismo, alla cibernetica, ed alle neuroscienze, hanno
contribuito a comprendere meglio il fenomeno, così si può dire che
direttamente o indirettamente Piaget, Bateson, Maturana, Varela, von
Foerster, Ceccato, von Glasersfeld, e altri ancora hanno orientato la
conoscenze di un fenomeno così complesso ed affascinate quale é
quello della trance ipnotica.
Mentre nell'antichità, i nostri antenati con i loro riti magici,
religiosi, hanno adoperato l'ipnosi per costruire legami con se
stessi, gli altri, le cose, oggi si stenta ancora a riconoscere il
fenomeno, sebbene sia inequivocabile la sua esistenza.
A partire dagli albori della civiltà é sempre stato conosciuto l'uso
della voce, delle parole, dei gesti per orientare le persone, per
guidare o condizionare gli altri, e durante tutto il XIX secolo
l'ipnosi ebbe un momento di grande popolarità, con Freud, all'inizio
del 900 si ebbe una brusca frenata, la teoria della Psicoanalisi, da
lui inventata, non potendo spiegare il fenomeno dell'ipnosi, le
neuroscienze al tempo erano ancora molto lontane, venne messa al bando
per un lungo periodo, ancora oggi, malgrado la scienza ci permetta di
avvicinare in modo differente il fenomeno, dell'ipnosi si ha una
visione limitata e distorta.
Moderni studi e ricerche hanno ridato luce all'ipnosi e l'hanno
tradotta in metodologie e modelli più comunemente conosciuti nel campo
psicologico con i nomi di Programmazione Neuro Linguistica, Training
Autogeno, Ipnosi Moderna o Ericksoniana, Ipnosi Dinamica, Training
Mentale. Ma è attraverso il principio dello stato mentale, la
costruzione di uno stato di equilibrio tra pensieri e sensazioni nella
mente dall'individuo, una dimensione mentale alternativa allo stato di
realtà che conosciamo, che si può comprendere meglio la portata della
stessa ipnosi, infatti, il principio su cui si basa l'ipnosi è la
costruzione nell'individuo di una stato mentale funzionale
all'obbiettivo che si desidera raggiungere, la vera portata del lavoro
con la trance ipnotica è proprio questo, utilizzar' lo stato mentale
permettendo alla persona di cambiare le proprie abitudini, credenze,
convinzioni, apprendendo con facilità un nuovo modo di comportarsi,
pensare, vivere le proprie emozioni, e questo è reso accessibile con
l'uso dell'ipnosi e degli stati mentali connessi.
I passaggi seguiti in un induzione ipnotica sono gli stessi passaggi
che accomunano i momenti dell'apprendimento, che guidano il
cambiamento personale sviluppato nell'ambito della psicoterapia, che
accompagnano la meditazione, la preghiera, che strutturano le nostre
emozioni, che traducono i sentimenti in precise sensazioni,
manifestando i nostri pensieri attraverso la fisiologia del corpo.

Malgrado le potenzialità presenti lavorando direttamente con gli stati
mentali, nel 2001 (XXI secolo) ancora l'ipnosi fa paura, è circondata
da pregiudizi assurdi, senza senso, anche se la trance ipnotica
(vissuta come indotta dall'esterno o come autoipnosi), non è ricevuta
passivamente, è una costruzione partecipata ed acconsentita,
attivamente costruita o acconsentita dal soggetto "cosciente", non c'è
bisogno di una trance profonda per ottenere concentrazione e
sviluppare un buon potenziale mentale per apprendimento e cambiamento,
come si credeva un tempo, ogni atteggiamento partecipativo che
richieda attenzione e concentrazione è già una valida trance ipnotica.

Ma che cos'è allora l'ipnosi?

Essenzialmente é la possibilità di strutturare uno stato mentale
(stato di coscienza o consapevolezza) alternativo allo stato di
veglia, ma anche un modo differente di utilizzare le proprie risorse
mentali, un modo diverso di comprendere e vivere la realtà,
nell'esperienza di noi stessi e degli altri. Ma è anche un modo di
usare la fantasia e la creatività per affrontare e superare i problemi
e i limiti della concezione attuale che la psicologia dell'individuo
offre.
Il nostro cervello si divide in due parti definite emisferi: quello
sinistro, specializzato nella formulazione del linguaggio, razionale,
logico; quello destro legato all'intelligenza emotiva, istintivo,
utilizzato dall'immaginazione, dalla fantasia e dalla creatività.
L'ipnosi ci permette di "staccare" l'emisfero sinistro del cervello e
usare quello destro per fare della nostra vita un sogno che si
realizza, permettendo, nello stesso tempo all'emisfero sinistro
"razionale", di equilibrarsi con l'emisfero destro "emotivo", di
rigenerarsi, per ripartire al meglio delle sue possibilità.
Per ottenere questo occorre essere curiosi, aver voglia di abbandonare
lo scetticismo, la critica e le nostre certezze, per aprirsi ad
esperienze emotive oltre che razionali.
Vivere l'ipnosi, abbandonandosi alla trance, è entrare in uno stato
mentale alternativo durante il quale, senza perdere il controllo di
noi stessi e dei nostri pensieri, raggiungiamo uno stato di benessere
psicofisico e di rilassatezza rigenerante per tutto il nostro essere.


"L'ipnosi non esiste, tutto è ipnosi", con questo si intende dire che
l'ipnosi possiamo viverla ogni volta che lo vogliamo, ed in ogni
situazione, anche senza rendercene conto direttamente, infatti, ogni
90 minuti circa, abbiamo tutti quanti un momento di trance naturale,
un meccanismo naturale durante il quale nostro organismo recupera
energia fisica e psicologica, ci si può accorgere facilmente di questo
meccanismo ponendo attenzione al fatto che ogni tanto ci si "incanta",
almeno viene usato questo termine, gettando lo sguardo sfocato,
fissando un punto di riferimento, senza pensieri, concedendosi
semplicemente e naturalmente un momento diverso da ciò che si stava
facendo.
Abbiamo creato un acronimo per fissare le tappe attraverso cui
raggiungiamo una buona trance, "SE MOLTA FEDE", le cui iniziali
possono aiutarci ad entrare meglio nello spirito della trance ipnotica:
Il Sincronismo, sincronizzarci con noi stessi, coi nostri tempi, con
le persone attorno a noi, con il mondo esterno, attraverso le
Emozioni, le immagini positive, le sensazioni, sviluppando una
MOnoidea forte e determinante che ci permette di mettere a fuoco le
singole idee sparse in un unico punto di interesse. Tutto questo
sviluppa una Limitazione del campo di consapevolezza e contribuisce a
definire in un unico punto attrattore in grado di farci sviluppare la
Trance ipnotica. Prima conseguenza di questo stato mentale alternativo
é l'Attivazione del potenziale mentale che ognuno possiede, un modo
per costruire una nuova "realtà" di riferimento, il principio del
cambiamento, vedere con altri occhi la "realtà" condivisa con gli
altri. La FEnomenologia che si rende evidente, sia a chi guida
l'esperienza ipnotica, sia a chi la vive direttamente, ci mostra
l'approfondimento dello stato di attivazione della trance. L'uscita
dal proprio stato di trance la DE-trance ci riporta allo stato di
veglia o "realtà" condivisa da cui siamo partiti, ma con la
possibilità di vivere in modo differente, emozionandoci, pensando,
esprimendo la nostra presenza in maniera differente.
Ogni fenomeno che interessi la nostra mente lo ritroviamo coinvolgerci
profondamente in una elaborazione simile, per avere un idea chiara del
fenomeno ipnotico pensiamo al processo dell'innamoramento, quando ci
si innamora, infatti, succede di sviluppare un forte interesse per
un'altra persona e questo ci porta inevitabilmente a:

• Assomigliare all'altro, prendere abitudini e comportamenti
dall'altra persona (Sincronismo)

• Essere fortemente emozionati e vivere irretiti dai sentimenti e
dalle emozioni (Emotivo)

• Pensare costantemente all'altra persona, a ciò che rappresenta per
noi (MOnoidea)

• Ogni altro interesse passa in secondo piano (Limitazione del campo
di coscienza)

• Si vive l'innamoramento come in un sogno, uno stato etereo (Trance)

• Si diviene creativi, pieni di entusiasmo e vita (Attivazione del
potenziale mentale)

• Si perde appetito o si acquista, non si dorme, si sta bene pieni di
vita (FEnomenologia)

• Quando si smette di essere innamorati si esce dal sogno tornando
nel presente (DE-trance)

Ogni coinvolgimento duraturo implica in noi un attaccamento e dunque
una forma di "innamoramento", dedizione, infatuazione, i punti
facilmente riconoscibili in questo nostro acronimo riportano le tappe
presenti in ogni processo attrattivo, sono quindi alla base di comuni
esperienze di stati mentali alternativi.

Riteniamo per queste ragioni che l'ipnosi debba essere portata nella
giusta considerazione e si possa prendere in considerazione il lavoro
degli stati mentali sulle persone per procedere ad una profonda
rivisitazione della psicologia dell'individuo, nonché delle masse.
Solo così si potrà permettere alla scienza psicologica di unificare
teorie e ricerche in una unica direzione in cui l'ipnosi trova una sua
collocazione ed uno specifico utilizzo pratico e concreto oltre che
ipotetico e deduttivo.

Memoria ipnosi ed apprendimento

Due tipi di ipnosi possono essere sviluppati con la mente dell'uomo,
un ipnosi che potremmo definire a breve termine ed un ipnosi a lungo
termine, l'esperienza dell'ipnosi, strettamente correlata a quella
dell'apprendimento, costituendo la base stessa dell'apprendimento, è
collegata al processo di memorizzazione dell'individuo. Non esistono
esperienze che mutano essenzialmente nella vita, molti elementi
dell'esperienza infantile rimangono per tutta la vita, il
coinvolgimento, la passione, la dedizione sono modalità emotive di
avvicinarsi alle esperienze che ci accompagnano tutta la vita. Perché
si possa avere memorizzazione il soggetto deve vivere un esperienza
che lo coinvolga, noi questa esperienza la definiamo "ipnotica" perché
si sviluppa sempre nello stesso ordine in ogni periodo della vita, e
varia unicamente nella sua intensità e nella sua durata:

• Più il coinvolgimento della persona è alto più si può
riscontrare un forte sincronismo della persona verso l'oggetto
d'interesse, sia che questo appartenga al mondo animato, sia che
appartenga al mondo inanimato, la persona riuscirà a strutturare un
sincronismo, il cosiddetto animismo vissuto verso cose o animali è
riscontrabile anche nel comportamento adulto, al pari di quello avuto
nel periodo infantile.

• Il campo percettivo si ridurrà aumentando la concentrazione
dedicata, il focus attentivo metterà in luce unicamente l'oggetto di
interesse, la realtà di contorno verrà sfocata gradatamente o messa
in secondo piano.

• Si sviluppa una monoidea dominante nella persona che oltre ad
alzare il livello di presenza dedicata, permette la stessa persistenza
legata al neo indotto campo percettivo, aumentando la sensibilità
generale e particolare lavorando su una cresciuta emotività,
dipendente a sua volta dall'accresciuta concentrazione.

• L'accresciuta emotività determina una persistenza
nell'attaccamento portando l'esperienza da un livello a breve termine
ad un livello a lungo termine.

• Il concentrarsi su di un esperienza fa dimenticare ogni cosa
precedentemente seguita, distrae come si sul dire, e si possono
evidenziare delle particolari reazioni collegate al nuovo interesse,
noi definiamo trance, al pari della trance ipnotica questo momento di
concentrazione, dedizione ed attaccamento.
Naturalmente, ed usiamo il termine naturale per definire il momento
particolare che viene a definirsi perché ad ogni età si riscontra un
esperienza analoga, il cervello si attiva ad un esperienza nuova ed
arricchente, questo succede anche a giustificazione dell'attaccamento
e della concentrazione crescente nella persona, il potenziale
elaborativo del cervello si attiva per incrementare ogni possibile
utilizzo dell'esperienza nel futuro.

Da un punto di vista fisiologico l'esperienza dell'ipnosi facilita
ogni fase preliminare legata ad un processo di apprendimento ed in
secondo luogo di memorizzazione, nell'ipnosi a breve termine
l'attivazione del cervello, nelle varie fasi viste in precedenza,
determina a livello cellulare, nelle cellule nervose direttamente
interessate, un aumento di attività e dunque un iniziale aumento di
volume di scambio, gli atomi, presenti in una cellula nervosa, che
veicolano la trasmissione tra le cellule nervose, attraversano i
canali ionici della cellula portandosi con se una carica elettrica. Al
variare della loro concentrazione, si crea una differenza di
potenziale tra l'interno e l'esterno della cellula. Così i neuroni
generano i segnali elettrici che usano per comunicare tra loro. Quando
un circuito nervoso viene stimolato ripetutamente, nel persistere di
una certa esperienza, le sue cellule producono sostanze chimiche che
si legano ai canali ionici e alterano il loro funzionamento: lasciano
passare una quantità maggiore di atomi, e dunque veicolano maggiore
informazione locale. In tal modo il potenziale elettrico aumenta e la
propagazione del segnale nervoso lungo il circuito viene potenziata.
Questo è il meccanismo di registrazione della memoria a breve termine
sul sistema nervoso. Nell'arco di poche ore, se l'esperienza non si
itera e dunque non viene più stimolata a livello locale la produzione
mirata di segnali elettrici, il funzionamento dei canali ionici torna
allo stadio iniziale e la memoria dell'esperienza svanisce in tempi
relativamente brevi.
Se lo stimolo viene ripetuto più a lungo, l'esperienza dell'ipnosi si
ripete o si protrae nel tempo, il ricordo si consolida e la memoria
diventa stabile. A livello cellulare, in ogni contesto di
apprendimento ripetuto e consolidato si verifica un rimodellamento dei
neuroni. Le cellule del circuito nervoso stimolato producono dei
messaggeri chimici, delle sostanze che raggiungono il nucleo e
agiscono direttamente sul Dna. Stimolano l'attivazione di determinati
geni e ne inibiscono degli altri. Allora, i neuroni coinvolti cambiano
forma: producono delle nuove sinapsi, che sono appunto le giunzioni
che collegano le cellule confinanti tra loro. I legami tra i neuroni
del circuito non solo diventano più recettivi, ma aumentano di numero,
si sviluppa una competenza fisiologica e dunque costruttiva, nuove
sinapsi a disposizione del cervello, si incrementa una porzione di
intelligenza, essendo questa determinata non tanto dal numero di
cellule presenti nel cervello, ma dai collegamenti tra le cellule
stesse.
Se gli stimoli si interrompono per un periodo molto lungo la memoria a
lungo termine, e dunque l'effetto dell'ipnosi a lungo termine
svanisce, a distanza di alcuni mesi dall'ultima volta, nell'area
interessata all'elaborazione dell'esperienza di apprendimento in cui
si hanno avuti più stimoli, possono avanzare lacune strutturali. Le
cellule riassorbono le sinapsi in sovrannumero, é il un fenomeno noto
in neurofisiologia come la "potatura" delle sinapsi.
Nel nostro cervello la forza dei legami tra i neuroni aumenta quando
si forma un ricordo. Per esempio, se una persona impara a suonare il
violino, la sua mano sinistra, quella che tocca le corde, riceve
stimoli maggiori rispetto alla mano destra, quella che regge
l'archetto. Con il tempo, la sinistra diventa più sensibile al tatto
della destra. E nel cervello, nella porzione di corteccia cerebrale
che corrisponde alla mano sinistra, i legami tra i neuroni si
rafforzano ed accrescono di numero. La rete delle connessioni tra le
cellule cerebrali cambia da persona a persona. E' una caratteristica
unica di ogni individuo e non è determinata dal Dna, ma
dall'apprendimento, e l'apprendimento passa attraverso l'esperienza
della trance, vissuta con induzioni auto od etero indotte nel
soggetto, ogni forma di apprendimento ha dunque a che far'e con
l'ipnosi.
I gemelli monozigoti, che sono geneticamente identici, hanno una
diversa distribuzione dei legami tra i neuroni, perché le loro
esperienze di vita non possono essere identiche in ogni dettaglio. Per
questo motivo si può sostenere che noi siamo strettamente legati alle
nostre esperienze, l'esperienza è la causa il mondo è la sua
conseguenza, naturalmente l'esperienza è da leggersi come articolabile
in tutti gli organi percettivi, può essere cenestesica (tattile), nel
movimento vanno a fissarsi i parametri del controllo motorio, così per
la vista, l'udito, l'olfatto, il gusto e quant'altro nell'intuito
delle persone, ogni elemento che ci perturba può essere connesso alla
nostra esperienza di vita.
Ogni cosa può essere riportata all'esperienza ipnotica perché ogni
esperienza è per noi ipnotica, ed il suo persistere è legato ad un
monoideismo che si sviluppa in noi e che determina attenzione e
concentrazione mirata e protratta in quella specifica direzione.
Ma se apprendimento e memoria sono processi che si possono spiegare in
se perché ricorrere all'ipnosi?
Noi riportiamo l'esperienza dell'ipnosi, dunque la trance ipnotica
connessa, perché la fenomenologia che si sviluppa con essa è
evidente, misurabile, riproducibile ed esportabile in soggetti
differenti, per tale ragione insistiamo sull'affiliazione di questo
tipo di esperienza mentale, non è possibile, al contrario, avere la
stessa chiarezza di come produrre con facilità apprendimento e
memorizzazione in una persona.
Ogni individuo ha le sue esperienze di trance ed è in grado di
ripeterle, il nostro senso critico, riportandoci ad un senso razionale
e condiviso ci riporta all'esperienza dell'ovvio, un esperienza
scontata e ripetitiva che si auto convalida, il bambino ha avuto
apprendimento di una realtà, l'adulto ha un consolidamento della
stessa, un continuo rinforzo necessario alla sua stessa esistenza, la
memorizzazione è collegata a questa fase seguente all'apprendimento,
l'ipnosi ci mostra il come avviene questo, le neuroscienze ci dicono
perché avviene questo.
A conclusione di questo breve escursus possiamo riportare un pensiero
di Milton Erickson molto attinente al nostro discorso, lui disse:
"L'ipnosi non esiste, tutto è ipnosi".


-- Post From My iPod Marco Chisotti


Dr. Marco Chisotti
Psicologo Psicoterapeuta
Ipnosi Terapeuta
Cell. 3356875991
http://www.chisotti.com