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martedì, agosto 18, 2009

Processi attivi del pensare.

Il perché si plasma con facilità, ad ogni esperienza che facciamo con
facilità troviamo una spiegazione, la nostra intelligenza ha un
intrinseco bisogno di finalizzare ogni nostro operato.
Il senso della vita lo si raccoglie quotidianamente si costituisce
attraverso l'esperienza, noi impariamo, consciamo attraverso le nostre
esperienze, facendo esperienza abbiamo costruito il mondo in cui
viviamo, la mappa di questo mondo non è altro che la nostra conoscenza.
Conoscere è vivere, quello che possiamo vedere è parte della nostra
conoscenza che si incrocia e tesse il nuovo intorno a noi. La
conoscenza è la nostra vita, percepiamo, riconosciamo ed utilizziamo
ogni cosa attraverso la forza del nostro conoscere, tanto che non ci
poniamo tante domande in merito, ci lasciamo guidare dalla conoscenza
che guida a sua volta i nostri sensi che guidano la nostra esperienza.
Se il Sè, la nostra identità è possibile considerarla in
un'entità di relazione, non può trovare un suo spazio negli oggetti
dell'esperienza, l'identità o meglio semplicitamrnte il nostro
essere, è un esperienza che non si ferma, è un divenire facendo, la
consapevolezza di ciò che siano e di ciò che facciamo.
La nostra identità non risiede nel cuore, come pensava Aristotele, e
neanche nel cervello, come siamo propensi a pensare al giorno d'oggi,
è nella relazione che siamo ed in cui esistiamo.
Non risiede completamente in alcun luogo, ma si manifesta prettamente
nella continuità della nostra attività di differenziazione e
relazione, nonchè nell'intuitiva certezza o consapevolezza che la
nostra esperienza sia veramente nostra, che siamo noi a vivere ed a
provare ciò che siamo e che viviamo.
Quando si parla ad una persona si danno per scontate tante cose a
partire dall'identificarsi in se stessi, divenendo una parte
dell'esperienza, l'altra parte è intuitivamente frutto dell'esperienza
dell'altro che diamo per scontata.
Il più delle volte la nostra conversazione cammina per suo conto
sostenuta da un unica idea logica di riferimento, il senso comune
condiviso. Abbiamo bisogno di identificarci quando un ragionamento non
risulta più condiviso, bensì si genera, meglio si crea un nuovo
significato.
Il nostro cervello ripete in modo economico ciò che conosce, ma così
facendo si preclude il nuovo, la novità ha bisogno dell'identità
senza la quale non potrebbe esistere. Noi praticamente esistiamo
consapevolmente solo in un atto creativo, quando generiamo il nuovo.
Nell'esperienza dell'ipnosi noi attiviamo un processo creativo di
generazione di significato, senza per questo conoscere il senso di
quello che andiamo a vivere, vivendo uno stato di trance ci lasciamo
guidare da una persona che possiede un suo stato di coscienza e che
conduce l'esperienza per noi, in tal modo seguiamo una logica esterna
alla nostra che dà un senso ed un fine alla nostra esperienza. Non
filtrando in modo consapevole l'esperienza non siamo soggetti alla
nostra conoscenza che ci obbliga, siamo "obbligati" dalla conoscenza
dell'altro, dunque portati a vivere il nuovo. In tal senso abbiamo a
disposizione quotidianamente un certo numero di cellule staminali
indifferenziate, nel nostro cervello, che utilizziamo per ampliare
l'area del cervello interessata alla nuova esperienza. Forse si può
dire che viviamo costantemente in attesa di confermarci nella nostra
identità, ma ci identifichiamo consapevolmente solo quando abbiamo
nuove esperienze. La nostra intelligenza, come processo identificativo
di noi stessi, ha costantemente bisogno di nuovo identificarsi in un
sè diverso per potersi identificare.
Ci attirano le esperienze che non possiamo conoscere, quelle che non
possiamo prevedere, ci attirano le esperienze che chiedono alla nostra
intelligenza di potersi impegnare.

Dr. Marco Chisotti
Psicologo Psicoterapeuta
Ipnosi Terapeuta
Cell. 3356875991
http://www.chisotti.com

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