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martedì, ottobre 27, 2009

L'Ipnosi non è una semplice tecnica di rilassamento che induce in
una persona un semplice stato psicofisico. L'ipnosi permette di
influire sulle condizioni psichiche, somatiche e viscerali, dunque è
un mezzo specifico per permettere ad un individuo di cambiare stato
mentale, l'equilibrio tra pensieri e sensazioni. Per mezzo del
rapporto creatosi fra paziente/cliente e l'ipnotizzatore si lavora
sullo stato mentale della persona che, proprio perché differente dallo
stato mentale di veglia, permette un facile apprendimento, essendo
ogni stato mentale memoria dipendente, l'individuo non porta con s'è
le barriere della sua identità, barriere che si son strutturate dal
bambino in avanti attraverso le sue esperienze e conoscenze
tratificatosi nel tempo. Questa constatazione ormai condivisa dalla
maggior parte degli specialisti è realmente costata secoli di
discussioni e di alterni giudizi sul metodo in questione. La più
antica delle interpretazioni risale ai popoli greci, egizi e romani
che utilizzavano lo stato di trance ipnotica per "avvicinarsi alle
divinità" e predire il futuro. Tuttavia il padre dell'ipnosi pre-
moderna è considerato Franz Mesmer (1734-1815), dalla cui
interpretazione sono poi discese tutte le teorie di tipo magnetico e
fluidico. Egli riteneva che il fenomeno ipnotico fosse da attribuire
al "magnetismo animale", intesto come forza che, traendo origine
dai corpi viventi, anche inanimati come le piante, potesse passare in
altri, tra cui i malati, come fluido magnetico e curativo.Tali teorie
ebbero tanta risonanza in Francia, dove dal 1825 si avviarono numerosi
studi per cui il mesmerismo, inteso come forza magica, venne ben
presto sostituito da conoscenze che pretendevano di essere più
scientifiche e spiegavano il fenomeno in termini di fluido o di onde
che, attraverso lo spazio si irradiavano dall'ipnotizzatore ad altri
soggetti. Charcot (1825-1893), il celebre clinico che teneva le
lezioni alla Scuola della Selpetriere, sviluppò meglio quest'ultimo
concetto sostenendo che solo in soggetti affetti da isteria e
caratterizzati quindi, da una particolare disposizione psicologica,
era possibile produrre tale trasmissione di fluido psichico.Oltre alle
teorie di Charcot ne nacquero molte nello stesso periodo; in
opposizione a quelle di tipo magnetico-fluidico, Faria (1776-1819)
diede il via ad interpretazioni di tipo psicologico che cercavano,
nell'ipnotizzato stesso, le spiegazioni del fenomeno. Si iniziò
quindi a studiare processi quali l'attenzione, la suggestione e
finalmente si ipotizzò l'importanza di un rapporto tra ipnotizzatore
ed ipnotizzato, escludendo quindi la possibilità di ottenere una
trance come effetto di una meccanica trasmissione di onde
psichiche.Bernheim (1837-1919) ed i suoi allievi, che in particolar
modo si sono occupati dei processi relativi alla suggestionabilità, si
caratterizzarono come gli oppositori della Scuola di Charcot,
sostenendo che la possibilità di essere ipnotizzati non era
assolutamente una caratteristica patologica, ma l'effetto di una
tecnica che sfruttava la suggestionabilità degli individui.Anello di
congiunzione tra queste teorie e quelle più prettamente
psicoanalitiche è costituito dalle teorie dell'autosuggestione di
Couè (1857-1926): egli sosteneva che la suggestione non agisce sulla
volontà ma sull'immaginazione e che, quest'ultima,
corrisponderebbe all'inconscio; il soggetto, elaborando le
suggestioni ricevute, otterrebbe una sorta di autosuggestione ed
andrebbe così ad agire sul proprio inconscio. Per quanto riguarda la
interpretazione psicoanalitica, l'ipnosi rappresenta un fenomeno di
regressione, nel quale il soggetto reagisce rivivendo una situazione
passata e sostituendo l'originale attore con il terapeuta.Nell'est
europeo, accanto a interpretazioni di natura psicologica, vennero
enunciate varie spiegazioni fisiologiche. Pavlov (1849-1936) dimostrò
che l'induzione ipnotica produceva inibizione neuronale a livello
della corteccia cerebrale, che si andava irradiando a tutto il
cervello ma lasciando comunque delle zone di vigilanza; lo stato di
trance rappresenterebbe quindi una specie di difesa dell'organismo
dall'afferenza di stimoli monotoni e ripetitivi (abitazione) o, se
l'ipnosi viene indotta bruscamente, per un blocco induttivo per
eccessiva stimolazione.Attualmente come tecnica specifica ed acquisita
con un corso specialistico, l'ipnosi può essere inserita in un
progetto di relazione d'aiuto più ampio, valutando sempre la
disponibilità del paziente e la sua motivazione al cambiamento.
L'ipnosi moderna trova il suo padre in Milton Erickson, a lui
l'introduzione in terapia di un incoscio "buono" utile, interessato a
dare un aiuto alla persona. Un'induzione ipnotica non rappresenta un
problema tecnico in sé, ma proprio per il suo principio attivo, agisce
sull'apprendimento della persona, ed il suo effetto di riduzione del
senso critico del soggetto, che contempla della conoscenza la sua
parte che ci obbliga, l'ipnosi può indurre reazioni anche intense, sia
dal punto di vista psicologico che fisiologico volte al miglioramento
della situazione del soggetto. La capacità di gestire tale
eventualità fa parte della professionalità dell'ipnotizzatore.
Molte sono le tecniche induttive ed è necessario che l'ipnologo le
conosca per poter rapidamente decidere quale è la più adatta al
paziente da trattare o al suo specifico problema.Le suggestioni
ipnotiche sono rappresentate da atti che il soggetto compie pur non
sapendosene spiegare il motivo, o durante la seduta ipnotica o anche
ad una certa distanza di tempo dalla seduta in cui queste sono state
suggerite. Possono essere suggestioni psichiche, motorie, sensitive,
sensoriali, o riguardare le funzioni della vita vegetativa. Possono
interessare anche l'attività onirica del paziente inducendone dei
sogni. Vi sono diversi livelli di profondità della trance che rendono
più forti tali suggestioni.


Dr. Marco Chisotti
Psicologo Psicoterapeuta
Ipnosi Terapeuta
Cell. 3356875991
http://www.chisotti.com

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