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lunedì, gennaio 06, 2014

Essere, sapere e ..... Tutto il resto. Marco Chisotti

Essere, sapere e ..... tutto il resto. Marco Chisotti.

“La vita non è come dovrebbe essere. E’ quella che è. E’ il modo in cui l’affronti che fa la differenza.” Virginia Satir. 

Sarebbe bello metter a frutto tutto ciò che leggi, segui, incontri, sarebbe bello apprendere ed imparare dalle esperienze senza esitare, purtroppo bisogna vincere la propria "conoscenza" la propria "coerenza" interna, il proprio linguaggio che apparentemente descrive il reale, in realtà lo costruiscono in ogni sua parte.

Ci sono die atteggiamenti molto importanti da tenere presenti - mettere in discussione ed essere umili - sono due delle più importanti caratteristiche del costruttivismo che dice

[a] Non c’è una Unica soluzione finale o conclusione che possa essere tratta nell’esperienza umana [Ogni cosa può essere messa in discussione, sempre], e
[b] Non c’è una persona che può sapere tutto [quindi nessuno può comportarsi con arroganza anziché essere umile di fronte alla sua ignoranza]
Da quando mi son circondato di perchè, da piccolo mi chiamavano il
bambino dei perchè ho sempre cercato di controllare l'idea che la conoscenza possa essere di tutto, rimane una parte, una grande parte, di inconscio, un mistero che ci permette d'esser umili da un lato, anche solo comprendendo il potere delle nostre intuizioni, che derivano da una dimensione non consapevole della nostra mente, e un mistero ci permette di metter in dubbio e vivere il dubbio del conoscere, attraverso la nostra cognizione, nell'espressione della nostra mente che chiamiamo intelligenza cognitiva.

"L’uomo deve spingere contro i limiti del linguaggio. Pensate ad esempio alla meraviglia che qualcosa esista. Questa meraviglia non può essere espressa sotto forma di domanda e ad essa non c’è risposta. Qualsiasi cosa diciamo deve essere, a priori, una sciocchezza. Nonostante ciò noi spingiamo contro i limiti del linguaggio. Anche Kierkegaard ha riconosciuto questa spinta e l’ha anche descritta quasi nello stesso modo [come una spinta contro il paradosso]. Questa spinta contro i limiti del linguaggio è l’etica. Considero molto importante mettere fine a tutte le chiacchiere riguardanti l’etica - sia che ci sia una conoscenza nell’etica, che ci siano dei valori, sia che il Buono possa essere definito, ecc. nell’etica si cerca costantemente di dire qualcosa che non tratti e non possa mai trattare l’essenza della materia. È certo a priori che, qualsiasi definizione si possa dare del Buono, è sempre un malinteso supporre che la formulazione corrisponde a ciò che si intende veramente, [Moore]. Ma la tendenza, la spinta, indica qualcosa." Wittgenstein.

Noi viviamo in un dominio linguistico, la conoscenza ci obbliga mantenendoci legati ad una realtà che dobbiamo conoscere per poterci muovere in essa, non possiamo avere incertezze, dobbiamo vivere il senso compiuto di una percezione precisa di noi stessi, la sicurezza si basa proprio su questi presupposti irrinunciabili, per questo dobbiamo mantenerci critici verso ogni cosa, vivere nel dubbio per poterci confrontare con la nostra vita.

Voglio riprendere la preghiera del costruttivista di G. A. Kelly perché mi sembra molto utile a mantenerci allenati a prenderci meno sul serio.

Essere nessUno Sapere Qualcosa e Ogni cosa

nessUno può sapere tutto
nessUna versione dei fatti può essere completa
nessUna realizzazione della realtà può essere la versione finale del divenire umani

Qualsiasi conoscenza attuale nel futuro diventerà irrilevante
Qualsiasi cosa ora utile diventerà ridondante
Qualsiasi cosa che ora sembra definitiva si rivelerà essere incompleta

E

Ogni cosa di cui veniamo a conoscenza non potrà mai esaurire il dominio dell’ignoto
Ogni cosa che pensiamo di sapere serve solo ad oscurare la nostra ignoranza
Ogni cosa che scegliamo di credere necessariamente nega realtà alternative

Credo esista una "cura" al limite dell'uomo che non può percepire oltre a ciò che conosce, ma può stupirsi, credo sia la dimensione del Sacro, di ciò che che è l'azione del vivere senza spiegazione, senza significato, quando siamo in grado di vivere spontaneamente la meraviglia di essere - al - mondo, scoprendo le connessioni emozionanti tra noi stessi e tutto il mondo intorno, ma questa capacità è rimasta pressoché nei bambini, pochi adulti la vivono ancora. 
Ognuno di noi aveva questa capacità di vivere nel Sacro prima che il linguaggio ci trasformò in umani - con - intenzionalità, la vita non ha uno scopo, ne un fine, siamo noi a darle intenzione, fine e scopo coi nostri meccanismi causali. 
Dopodiché siamo diventati ciechi all’opera del Sacro dentro il nostro essere. Se siamo fortunati, manteniamo la capacità di essere occasionalmente meravigliati e stupiti, dall’intero sistema in cui il nostro vivere è incastonato nel quotidiano abitudinario vivere.


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