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martedì, luglio 13, 2004

Cosa connette le nostre esperienze interiori, i sogni, con le nostre
esperienze esterne, le percezioni? Marco Chisotti

Cosa sarebbe il mondo intelligente (elaboratore) senza l¹ausilio dei sensi
(dati), ma cosa sarebbero i sensi senza l¹intelligenza?
Intelligenza e sensi sono uniti a filo doppio tanto da rendere profiqua la
domanda: ³In quale tipo di relazione intelligenza ed organi sensoriali
devono rimanere per garantire la normalità cognitivo-percettiva?²
Studiando l¹ipnosi si viene facilmente in contatto col mondo interno ed il
mondo esterno delle persone, ciò che colpisce è il modello del mondo e della
vita posseduto dagli individui, e da come questo varia proprio in funzione
di quanto il cervello elabori una realtà stabile più o meno in funzione di
elementi (dati) ricavati dal mondo esterno attraverso i sensi, si può essere
auto od etero diretti raccogliendo elementi ed elaborando gli stessi con
percentuali differenti.
Ogni esperienza è frutto di percezione sensoriale, memoria, elaborazione
intelligente, cognizioni pregresse, la risultante di questi elementi ci da
l¹esperienza, è dunque tutto legato dal rapporto tra mondo interno e mondo
esterno, quando l¹uno o l¹altro non sono all¹altezza abbiamo uno
sbilanciamento dell¹esperienza, troppo ³inventata² o troppo ³analizzata²,
come a dire, troppo legata al mondo fantastico o troppo collegata ai fatti,
in entrambi i casi le esperienze risultano poco ³umane².
Il mondo per come lo viviamo è in un sottile e continuo equilibrio tra un
immaginario, ciò che ci aspettiamo che il mondo sia e dati continuamente
raccolti dai sensi.
Ogni volta che percepiamo un esperienza lo facciamo in un equilibrio che si
genera tra il nostro mondo interno, la costruzione del mondo da parte del
nostro cervello attraverso la nostra intelligenza ed il mondo forgiato
attraverso una dominanza percettiva, a seconda che prevalga il mondo interno
o il mondo esterno avremo realtà differenti, nel caso di abbondanza
percettiva avremo un mondo facilmente condivisibile, ricco di elementi dove
si ha dovizia di particolari, al contrario ogni volta che domina il mondo
interiore avremo un mondo unico, molto creativo, nel senso specifico del
termine, vale a dire una realtà in prevalenza creata.
Credo che in futuro si darà sempre più importanza all¹analisi
dell¹equilibrio che si viene a generare dietro ad ogni esperienza in merito
alla relazione tra quanto dato dall¹esterno e quanto preso dall¹interno, in
quest¹equilibri ci sta la differenza che fa la differenza nelle esperienze.
Ogni persona ha una personale modalità con cui generare l¹esperienza più
qustà è auto diretta e più è esclusiva, irriproducibile, più è etero diretta
e più diviene facilmente condivisibile, nel normale stato di veglia si ha un
grande lavoro percettivo da parte del talamo che ³scannerizza la neo
corteccia² circa 80 volte al secondo, in uno stato di trance si scende a 40
cicli al secondo favorendo in tal modo la raccolta di elementi costruiti dal
cervello al suo interno, questa differenza varia durante alla giornata,
oltre che variare in periodi differenti della vita.
Nel lavoro clinico spesso ci si imbatte in problemi analoghi, anzi si può
dire che spesso i problemi sono proprio generati da un particolare
equilibrio tra mondo interno e mondo esterno, e dunque importante stabilire
il livello di creazione dell¹esperienza da parte della persona.
Da 8000 anni a questa parte l¹uomo con certezza scientifica possiede un
cervello pressoché identico nelle sue funzionalità, ciò che è enormemente
cambiato e continua a cambiarci, è il modo con cui percepiamo le esperienze,
la tecnologia ci ha portato a guardare, ascoltare, percepire oltre i limiti
dei nostri sensi, le spiegazioni e le conoscenze ci hanno proiettati in un
mondo estremamente complesso, ricco di elementi, un mondo così complesso
stenta ad essere elaborato da un cervello che si è mantenuto costante da
8000 anni a questa parte, ci vuole molto tempo perché il nostro cervello
possa capacitarsi di una tale mole di elementi, l¹equilibrio tra mondo
interno e mondo esterno è cambiato, così la nostra intelligenza si è
enormemente modificata nel tentativo di star dietro all¹²evoluzione²
percettiva.
Molte esperienze interne del lavoro del nostro cervello vengono ³proiettate²
all¹esterno attraverso esperienze diverse che ne richiamano la consistenza,
forse è da qui che l¹uomo ha sempre più accelerato la velocità in cui si
trova a vivere, come il tentativo di stare dietro alla straordinaria mole di
dati raccolti che devono essere elaborati sempre più velocemente per poterli
considerare nel maggior numero possibile.
Sono molte le distorsioni in cui incappiamo legate dall¹equilibrio che si
viene a creare in ogni momento a fronte di un lavoro differente tra
esperienze in prevalenza auto (create) o etero (percepite) esperite, il
mondo cambia quando lo si guarda con occhi freddi o con occhi appassionati,
ogni passione deforma il reale fino a renderlo ³umano², ogni esperienza
viene umanizzata, resa accettabile, e dunque spiegabile dal modo di sperare
di poterle percepire, in verità il mondo è un caso, come la vita d¹altronde,
a cui viene dato uno scopo, un fine, una spiegazione per poterlo percepire,
o meglio usufruire, la vita è vissuta solo nel momento che viene sognata ed
i sogno crea l¹incredibile per renderlo credibile, di li in poi l¹esperienza
viene accettata e dunque viene a far parte del mondo dell¹uomo.
E¹ affascinante vedere come il mondo viene forgiato dalla fantasia fino a
renderlo accettabile, continuamente tentiamo di trasformare il mondo per
rendercelo piacevole, quando non ci riesce di modificare il mondo in
funzione della nostra volontà viviamo una frustrazione e reagiamo con
l¹adattarci al mondo esterno, quando ciò ci riesce viviamo un momento
creativo modificando l¹ambiente in cui viviamo, l¹armonia ci è data
dall¹equilibrio che si viene a generare ogni volta che uniamo il mondo dei
dati col mondo dei sogni, tale equilibrio ci segue in tutta la nostra vita.



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