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sabato, luglio 10, 2004

E’ difficile trovare nuovi percorsi che possano soddisfare l’interesse e la curiosità di persone così intensamente stimolate come gli uomini dell’occidente, dalla stampa alla televisione, dalla radio ad internet siamo continuamente bombardati da potenziali stimoli, da novità, da diversità a cui difficilmente possiamo sottrarci. In particolare ciò che rende ancor più impegnativo il tentativo di “orientare” le persone non è tanto la diversità degli stimoli ricevuti, il problema sta nel numero di stimoli da vagliare nel tentativo di organizzare la propria esperienza.
Una delle principali necessità a cui siamo chiamati è il principio di coerenza, la nostra stessa “intenzionalità” si basa su questa opportunità, rimanere se stessi per poter decidere per sé, solo considerandoci nella nostra indentità possiamo metterci nella condizione di decidere, credere, strutturare una nostra organizzazione mentale capace di darci risposte.
Sicuramente si è aperto un grande immaginario mentale rispetto alle potenzialità della mente umana, oggi è possibile pensare e soddisfare realmente grandi desideri, superando il livello dei semplici bisogni, una grande libertà si prospetta ai nostri occhi. Tutto questo ha anche ingigantito la continua ricerca di nuovi scenari, l’immaginario mentale si stà arricchendo del nuovo che scaturisce da questi differenti scenari, i risultati di questa continua ricerca porta con sé il problema di non riuscire più a vivere il proprio presente o continuamente proiettati nel proprio futuro, o trattenuti da una continua ricerca del proprio passato storico, le nostre ipotetiche vite precedenti.
Il risultato di questo livello potenziale, in cui sono percepite le nostre abilità mentali, è lo sviluppo della nostra intelligenza ipotetico deduttiva in un contesto altamente astratto, in cui, sempre meno impegnati a soddisfare i nostri bisogni fisici, siamo sempre più liberi di sognare, il mondo “come se fosse” si eleva al massimo potenziale, nella vita spirituale ricerchiamo in fondo il limite a noi stessi, un limite che non si presta ad essere contestualizzato relativamente alla propria vita, come in fondo ogni buona morale pubblica ha tentato di fare in passato, l’immaginario mentale non accetta limiti perché non ha bisogno di misurarsi con alcun limite.
La psicologia ed in particolare la psicoterapia, dove il concetto di terapia è da intendersi come il prendersi cura, è uno degli strumenti più vicini a questo immaginario mentale, il counsellor impersona colui che aiuta a costruire relazioni col mondo esterno, il counsellor si dedica all’adattamento della vita alla vita in tutte le sue forme, consapevole che i problemi nascono da un difettoso programma di apprendimento.
L’apprendimento è legato al caricamento di quel programma di conoscenze che ci servirà in tutti i nostri futuri atteggiamenti intelligenti verso la vita, ma come per ogni sistema di adattamento intelligente sappiamo che il limite che corriamo nel convincerci dell’utilità di determinate esperienze è che rimaniamo intrisi delle stesse  regole del gioco che abbiamo costruito, indispensabili a rendere possibile il nostro sistema adattativo, tanto da non esser in grado di liberarci delle nostre stesse conoscenze, la tradizione un tempo e la conoscenza oggi ci obbligano continuamente a fare i conti con l’idea che abbiamo di noi stessi.
In questo processo non è semplice liberarsi dal fine per cui pensiamo di vivere, la vita stessa è osservabile solo nel momento in cui contestualizziamo in qualche modo la nostra osservazione, la vita è un complesso gioco di infiniti presupposti che si intrecciano gli uni con gli altri fino a dare un flusso alla vita stessa. Il tutto ne è la risultante, la risultante non ha arte ne parte, è un nudo fatto, e come tale va osservato in modo funzionale, in funzione di, ogni fatto per poter essere considerato va contestualizzato.

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Il mondo della psicoterapia visto dalla prospettiva dell’ipnosi costruttivista. Si può parlare di plagio nell’ambito delle esperienze umane?
Marco Chisotti
E’ forse possibile parlare di plagio nel mondo delle idee?
Nell’ambito musicale si sente parlare di plagio, spesso le melodie si assomigliano, molto spesso capita che vengano copiate o imitate esperienze musicali derivanti da altri senza dichiararne la legittima paternità.
 Nel mondo delle idee esistono le citazioni, nel caso siano riportate letteralmente le parole di altri autori, ma la stessa ricombinazione del pensiero si presta facilmente ad eludere le fonti dalle quali proveniva. Il mondo delle idee, come il mondo dei concetti, è un mondo complesso, così il mondo della terapia, spesso si trovano esperienze di cambiamento importate da contesti differenti.
Forse si volesse render merito ai primi “produttori” di idee e dunque di cambiamenti possibili si dovrebbe far riferimento ad antenati così lontani nella storia dell’uomo tanto da sconfinare oltre ad ogni possibile testimonianza storica, rendendo così indeterminabile tale riconoscimento.
Allo stesso modo si volesse riconoscere il merito ai primi psicoterapeuti nella storia dell’uomo si dovrebbe considerare l’ipnosi e la sua storia come primo punto di riferimento al combiamento.
Noi siamo convinti che si è partiti da esperienze ipnotiche nello studiare la natura psicologica dell’uomo, la sua coscienza, proprio per la natura bio fisiologica dell’esperienza.
Nel campo della psicoterapia si tornerà all’ipnosi nella ragione in cui ogni percorso terapeutico si differenzia per la sua struttura, portando a sfruttare contenuti e contesti differenti dell’esperienza umana, ma non può eludere l’organizzazione mentale dell’uomo, l’esperienza ipnotica lavora sull’organizzazione della mente, si dovesse cambiare tale organizzazione non si parlerebbe più di uomo per come lo conosciamo e lo descriviamo.
Con l’esperienza dell’ipnosi si viene a conoscere l’organizzazione dell’individuo, le quattro fasi della storia dell’ipnosi menzionano le tappe attraverso le quali si è potuto descrivere l’esperienza dell’uomo stesso in ogni sua manifestazione.
Magia e religione hanno segnato le prime fasi della nostra storia, e della storia dell’ipnosi, l’uomo si è evoluto sui principi della magia, attraverso particolari credenze e convinzioni, ha preso consapevolezza di sé e della sua identità con il credo religioso, considerando come vivere fino dare un fine alla propria vita attraverso la fede, nella storia dell’ipnosi si ritrovano simboli, segni, tecniche che richiamano tale momento storico.
Magia ed alchimia hanno poi lasciato il posto al modello scientifico, più strutturato e maggiormente condiviso, facilmente verificabile e replicabile, studiando gli effetti e le cause delle esperienze il modello scientifico ha dato l’avvio alla ricerca sistematica ed alla conoscenza strutturata della vita, la fase magneto fluidica della storia dell’ipnosi scopre l’influsso e la “forza” della presenza e del contatto tra terapeuta e paziente, noi oggi ci portiamo appresso tali esperienze ed il loro formidabile effetto nell’idea stessa della cura terapeutica.
 La fase psicologica nella storia dell’ipnosi, come nella storia umana, ha permesso di conoscere e sviluppare l’idea di individuo e le potenzialità della mente nell’individuo, permettendo lo sviluppo di una “coscienza laica”  dell’uomo, al contempo con la nascita della psicoanalisi si è cominciato a parlare di inconscio nell’individuo, sviluppando un pensiero complesso ed articolato attorno alle esperienze ipnotiche.
Essendo poi l’ipnosi prevalentemente un esperienza di tipo biologico, ritroviamo nella fase fisiologica dell’ipnosi un grande sviluppo ed un intenso proliferare di modelli esplicativi sulla natura del comportamento, sulla motivazione umana, sulla consapevolezza delle nostre esperienze, lo studio delle neuroscienze hanno oggi permesso di certificare l’esistenza dell’ipnosi, fono a poco tempo fa unicamente ipotizzata,  solo ora si può riscontrare il parallelismo tra gli studi sulla natura umana e la storia dell’ipnosi, e questa constatazione la si può rilevare in ogni manifestazione dell’esperienza ipnotica.
A questo punto si può convenire nel pensare che la storia delle psicoterapie si sia intrecciata con le esperienze dell’ipnosi in momenti in cui l’ipnosi non era considerata, o meglio non si conosceva la sua esistenza, tanto che tutti i principali modelli psicoterapeutici conosciuti hanno pochi se non nulli riferimenti alle cause del funzionamento dell’intervento psicoterapico, si è proceduto per prova ed errore, considerando a monte dell’operato della terapia la cosidetta black box, il cervello umano come la scatola nera entro la quale non è possibile andare.
E’ dunque particolare il quadro che emerge dagli studi delle neuroscienze, le ultime considerazioni sul lavoro del cervello.


 

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