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sabato, gennaio 28, 2012

Istituto Universitario Ipnosi e di Comunicazione.


Qui di seguito i seguenti i temi del nostro I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione in sinergia con la Scuola di Ipnosi Costruttivista.

Linee guida dell’I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione.
Il nostro I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione sviluppa le competenze professionali più significative su cui formare gli allievi.
Come il nostro I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione attiva le competenze professionali.
Premesse operative e presupposti dell’I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione.
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I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione

1. Linee guida dell’I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione.
Sono ormai 12 anni che la Scuola di Ipnosi Costruttivista forma operatori nella figura professionale del Counsellor, in tutti questi anni ci siamo orientati sempre più a definire i confini operativi di questa figura professionale nel contesto delle relazioni d’aiuto.
La nostra formazione si è arricchita dell’I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione, fino a considerare l’emergere di un profilo trasversale alle professioni nelle relazioni d’aiuto.
Sono cinque le parti che compongono il nostro percorso di formazione che vede nella figura del Counsellor il punto centrale nel nostro percorso:
Formatore, esperto dell’apprendimento.
Motivatore, entusiasta trascinatore, fiducioso nel futuro.
Counsellor, persona competente nelle relazioni d’aiuto.
Coach, in grado di accompagnare al risultato finale.
Mentore, persona con esperienza vista come modello.

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2. Il nostro I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione sviluppa le competenze professionali più significative su cui formare gli allievi come:
Esperti ma del cambiamento, non esperti cui delegare il cambiamento, a noi il compito di tirare fuori le risorse che le persone posseggono, gli utenti sono gli esperti della loro vita, noi ci limitiamo a favorire un processo Socratico, aiutando le persone ad organizzare il proprio mondo interno.
Consulenti, ermeneuti, stimolatori di conversazioni e azioni, noi perturbiamo la mente creativa attendendo una risposta come un’intuizione, un’illuminazione, una soluzione.
Consapevoli della nostra identità, prestiamo attenzione ai nostri valori, alle credenze, alle conoscenze che le persone, e noi, ci portiamo appresso.
Rispettosi, non ci presentiamo con un’idea preconcetta degli stili di vita o degli standard di salute, sappiamo valorizzare l’altro e riconoscere la sua specificità.
Curiosi, e attenti proponiamo un sapere in continuo divenire, che si rinnova sempre alimentandosi del dubbio e della ricerca.
Responsabili, proponiamo un rapporto paritario ma asimmetrico in cui il cambiamento e il miglioramento dipendono da noi.
Attenti e sensibili sappiamo ascoltare e sospendere il giudizio, il dialogo interno, lasciando spazio all’esperienza dell’altro.
Come facilitatori lavoriamo per creare nuove possibilità di scelta, ed insegnamo ad agire, perché la conoscenza avviene attraverso l’azione.
Irriverenti e curiosi, in quanto non crediamo mai ad una versione statica della “realtà” ma facciamo emergere ipotesi e colleghiamo fatti, come la religione, res lego, leghiamo assieme le esperienze ottenendone risultati.

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3. Come il nostro I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione attiva le competenze professionali:
Attraverso la vita sociale, dove la riflessione comune possa far emergere capacità che permettono lo sviluppo di potenzialità e un ripensamento della propria filosofia di vita, la costruzione di un “senso comune condiviso”.
Con processo costruttivo, non informativo, in quanto le conoscenze sono rese attraverso l’azione, l’agire, l’interazione, il dare strumenti operativi.
Due principi fondamentali dal pensiero di Heinz von Foerster divenuti principi della scuola:
Il principio etico, aumentare alle persone la possibilità di scelta.
Il principio estetico, se si vuole conoscere bisogna agire.
Attraverso il dialogo, in cui si utilizzano le differenze (competenze, posizioni gerarchiche, conoscenze, posizioni politiche, religiose….) dove diventa importante sapersi relazionare e saper ascoltare, cioè saper entrare e mantenere un dialogo, con se stessi, un dialogo col mondo interno, di cui come Counsellor siamo “sacerdoti” il cui Uffizio é quello di far conoscere alla persona il proprio “inconscio”, e verso il mondo esterno, la società, gli altri.
Con una partecipazione attiva, dove viene valutata la trasparenza sia degli obiettivi che degli strumenti e dove conta la capacità nel costruire concetti e categorie, nel discutere i risultati, le tappe e determinare il corso del processo, e il senso della forma, come descrizione, storia, che ne scaturisce. Uno spirito partecipativo anche perché nei gruppi, come nelle persone è importante non azzerare quello che si trova ma valorizzare il sapere di base, il sapere dell’altro.
La costruzione di storie autocorrettive che scorrono nel tempo verso uno scopo, un fine. In quanto la vita di per sé non ha un fine, siamo noi a darle un fine.
Un attenzione ai presupposti, le premesse, e alla discussione delle soluzioni fin ora tentate per cui la definizione e la ridefinizione diventano costanti della storia stessa.
Un processo costruttivo, in quanto a partire dalle risorse presenti si tenta di lavorare alla costruzione di una realtà possibile, alla co-creazione di processi possibili e viabili, adattabili.
Un processo coevolutivo, basato sul costante feedback, in quanto restituire e rivalutare diventano strumenti importanti e i concetti che emergono sono inerenti al tipo di rappresentazioni messe in gioco da tutte le persone presenti.
Un’indagine positiva, basata sulle risorse (non sugli aspetti deficitari e sulle mancanze), in quanto sono le risorse dei contesti i punti di forza delle persone ad essere utilizzati e messi in campo.
Con la collaborazione, non gerarchica, basata sulla convinzione che si è nella stessa barca animati da uno scopo comune.

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4. Premesse operative e presupposti dell’I.U.H.C Istituto Universitario d’Ipnosi e di Comunicazione:

La mente umana è un complesso di elementi, è una realtà psico-socio-fisio-antropologica. Comprende quantomeno corpo fisico e cervello in un tutt’uno.
Il mondo in cui viviamo ed il senso comune che condividiamo sono costruiti dalle persone che comunicano tra loro attraverso il linguaggio e nel sistema sociale che formano comunicando e relazionandosi tra loro.
La realtà, la mente e l’individuo sono aggregati di parti interagenti, la vita passa attraverso le relazioni di ogni parte. Il fenomeno della coscienza é legato alle relazioni che si generano tra parti differenti del cervello, le esperienze umane sono complesse e non riducibili, la complessità è alla base della vita. La complessità come il mondo del sacro, non è possibile disvelarla, è solo possibile contemplarla e viverla in un atto di fede.
La realtà è una costruzione sociale, che emerge da un’operazione di distinzione costruita nel dominio linguistico, il linguaggio veicola il consenso e la condivisione.
Ogni osservazione implica la scelta dei fenomeni da considerare in primo piano e quelli da mettere nello sfondo. L’idea dell’immagine e dello sfondo è fondamentale nella percezione, nel guardare come atto fisico, meccanico, e nel vedere come atto cognitivo, per poter vedere dobbiamo conoscere, saper distinguere.
I processi son ben descritti dalle metafore informative, le informazioni, differenze che creano una differenza, noi viviamo in un mondo di idee dove i fatti son diversi dalle forze, un fatto è frutto di una comprensione ed una decisione da parte di un soggetto autonomo, autoreferenziale.
Utilizzare metafore processuali, il processo è il mezzo, è l’obiettivo, la forma, la descrizione in un dominio linguistico. La metafora aiuta a distinguere i nostri processi e a creare in tal modo la conoscenza. La metafora rappresenta, facilita la comprensione e crea il consenso.
La vita si svolge attraverso la nostra punteggiatura degli eventi, ciò che scegliamo di vedere, questo è determinato da come guardiamo le cose che succedono nelle nostre esperienze. L’esperienza é la causa, il mondo è la sua conseguenza. Detto con l’attenzione di Heinz von Foerster, “è il mondo la causa primaria e la mia esperienza ne è la conseguenza, o è la mia esperienza a essere causa primaria e il mondo la conseguenza?”.
Un’epistemologia, studio della conoscenza, in cui l’osservatore è parte del sistema di riferimento ed è un prodotto del sistema stesso, non si posiziona all’esterno, non è neutrale, non osserva da un luogo privilegiato, così siamo parte della definizione, del mantenimento e della dissoluzione del problema che ogni coscienza porta. Non possiamo prescindere da come siamo fatti per dire come siamo fatti, siamo elaboratori di terz’ordine, organismi autopietici, che si auto generano in un dominio linguistico, dal pensiero di Maturana e Varela.
A partire da un’ottica dualistica, si passa alla complementarietà, doppie descrizioni, complementarietà dei punti di vista come garanzia di complessità. L’idea ed il rispetto della complessità, fondamentale nel processo della conoscenza, e come ci ricorda Edgard Morin, rinnovarsi costantemente nelle acque del dubbio.
La conoscenza nasce dalla nostra trasformazione di un universo in un multiverso, deriva dalla riflessione sulle operazioni che lo hanno fatto emergere, che gli hanno dato la forma, la conoscenza deriva dall’aver fatto una distinzione, per Spencer e Brown, le due regole della conoscenza sono, la prima “fare una distinzione”, la seconda “ricordare quale distinzione si è fatta”.
La nostra idea del mondo non può prescindere dai nostri valori, le premesse determinano ciò che si vede, i sistemi di riferimento, le categorie, i nostri giudizi, le etichette influenzano gli eventi, il ruolo dei pre-giudizi, le aspettative, obbligano alla capacità di riflettere sulle proprie rappresentazioni del mondo e della vita.
Le spiegazioni no son utili a cambiare, ma serve ipotizzare, descrivere infatti è costruire, dalle rappresentazioni alle approssimazioni, così si può guardare al futuro attingendo dalle deduzioni ottenute nella storia del passato.
Il passato serve per poter guardare al futuro con occhi nuovi. Non dividere, scomporre, ma vedere le cose assieme, alla ricerca dei pattern, modelli, di collegamento, per conoscere la struttura che connette, dal pensiero di Gregory Bateson.
Ogni conoscenza va vista come rapporto tra forma e processo, dal pensiero di Gregory Bateson, la contestualizzazione, l’introduzione del tempo e della processualità alla ricerca di un fine, di uno scopo, storicizzando passato, presente e futuro. Una visione teleologica dell’esistenza.
Ogni persona é eticamente responsabile delle scelte osservative che compie, verso la costruzione di una realtà come processo etico, aumentando le possibilità di scelta, ed estetico, agendo per conoscere, dal pensiero di Heinz von Foerster.
Vi é un limite nell’autoreferenzialità, una forma di aspettativa che si autoavvera, riflettere sui concetti che utilizziamo al fine di falsificare anziché validare le nostre idee, dal principio di falsificabilità scientifica di Karl Popper.
La conoscenza della conoscenza, un concetto nel metodo di Edgar Morin, sapere di sapere, sapere di non sapere, la conoscenza é un processo affettivo cognitivo e relazionale, è un processo complementare all’interno di una comunità, la base dell’unione e della comprensione, noi viviamo nella relazione.
Preferiamo ad una posizione ontologica, la realtà come esperienza stabile, vera, una posizione ontogenetica, pensando in termini evolutivi oltre che processuali, i sistemici riferimento, i confini, l’ordine che diamo alle cose, non sono a priori dati in natura, son definiti dalla punteggiatura che diamo agli eventi.
Consideriamo che saggezza è nell’individuo: gli individui si auto-regolano, auto-producono, auto-correggono, auto-mantengono, autoguariscono.
Non sono gli individui a dare origine ai problemi ma il loro dominio linguistico e cognitivo. Con la costruzione di un metodo cibernetico, con un lavoro in gruppo a non morire di incertezze o di certezze, la condivisione di più voci aiuta ad affrontare la complessità della vita.
Una particolare attenzione al concetto di circolarità, aspettativa, dai costrutti personali di G. A. Kelly noi siamo psicologicamente canalizzati, orientati dal modo in cui anticipiamo gli eventi.
Pensiero e azione sono indissolubili, agire per conoscere.
Importanza fondamentale del linguaggio: il linguaggio come costruttore di realtà. Apparentemente il linguaggio è denotativo, descrittivo, in sostanza il linguaggio è connotativo, costruisce la realtà.
In ogni individuo agiscono contemporaneamente forze omeostatiche e forze evolutive, cambiamento e stabilità, sono tutti processi complementari. Tre sono i principi che seguono le persone omeostasi appunto, fuga dal dolore, dal possibile danno, ed economia, minimo sforzo, massimo rendimento.
Neuroscienza costruttivismo e visione sistemica come modalità di approccio al reale, come studio della figura del Counsellor, come comprensione del potenziale e sviluppo dell’esperienza dell’ipnosi e degli stati mentali.

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